Che cosa significa biologico, che cosa sono i prodotti biologici? Alimenti il più possibile naturali, ottenuti con il minimo impatto ambientale. E, tutto questo, seguendo precise norme messe a punto, nel corso degli ultimi decenni, dall’Unione Europea.
I prodotti biologici quindi hanno alla base, oltre all’intento di offrire un cibo sano, anche una forte attenzione all’ambiente, che può essere riassunta in alcuni punti:
- usare in modo responsabile le risorse naturali e le fonti energetiche;
- mantenere il più possibile gli equilibri ecologici dei territori;
- migliorare la fertilità del suolo;
- conservare la biodiversità vegetale e animale.
L’Italia è tra i paesi europei dove il biologico si è sviluppato prima e più diffusamente. Tra i sistemi di distribuzione degli alimenti bio, Cortilia, che può essere definito come un mercato agricolo online, ha sempre prestato molta attenzione alla produzione biologica, selezionando direttamente i suoi produttori agricoli ed artigianali. In effetti, sul suo sito è possibile individuare i prodotti certificati biologici tramite la ricerca con l’hashtag #bio.
Ecologico garantito
L’Unione Europea, in parallelo con la definizione delle regole per tutti i tipi di produzione – agricoltura, allevamento, pesci da acquacoltura, vino, miele e anche relativa alla raccolta dei prodotti spontanei - ha istituito un complesso sistema di controllo per la produzione e anche la vendita degli alimenti biologici. Ecco, a grandi linee, com’è organizzato.
1 – Ogni Paese europeo designa gli organismi autorizzati a certificare le produzioni biologiche nazionali. In Italia sono 20, con sedi diffuse lungo tutto lo Stivale.
2 – I produttori, ma anche i trasformatori e i distributori, quando decidono di entrare nel sistema del biologico devono sottoporsi al controllo di uno di questi organismi.
3 – Dopo l’ispezione di controllo, i diversi operatori potranno ricevere un certificato che conferma che i loro prodotti rispettano le norme europee di produzione del biologico, e quindi li autorizza ad operare in questo settore: da questo momento possono etichettare i prodotti come “biologici”.
4 – Tutti gli operatori sono controllati almeno una volta all’anno per garantire che si continuino a seguire le norme.
5 – Anche gli alimenti biologici importati sono soggetti a ulteriori verifiche per garantire che nella loro produzione siano stati seguiti i canoni produttivi europei.
La certificazione è una garanzia per i consumatori e un impegno di tempo e denaro dei produttori. I grandi marchi del bio non possono esimersi dall’assoggettarsi, per poter avere il logo in etichetta.
D’altra parte, esistono piccole realtà in crescita che seguono i dettami dell’agricoltura biologica ma non sono ancora in grado di sostenere una certificazione. In questi casi, diventa importante il rapporto di fiducia e aver modo di conoscere le loro storie e attività. Se ne possono vedere degli esempi in Cortilia che, dopo aver individuato, conosciuto e apprezzato piccoli produttori non ancora certificati, può aiutarli a crescere facendone conoscere la storia ai propri consumatori. Come Stefano e Alessandro, giovani fratelli di Pinerolo che producono varietà antiche e frutti dimenticati nella loro azienda Liberi Frutti, in fase di conversione all'agricoltura biologica.
I limiti e le alternative
Ma vediamo più nel dettaglio quali sono le regole che i produttori bio devono seguire:
- non possono essere usati organismi geneticamente modificati (OGM), neanche nell’alimentazione degli animali, che devono mangiare mangimi biologici;
- non possono applicare le radiazioni ionizzanti, per esempio per la conservazione di spezie o patate;
- è limitato e, in molti casi, vietato, l’uso di fertilizzanti artificiali, erbicidi e pesticidi;
- è vietato l’uso di ormoni nell’allevamento, e quello di antibiotici è ammesso solo in specifici casi legati alla cura delle malattie degli animali.
Tutto questo comporta che i produttori biologici, non potendo correre ai ripari con sostanze chimiche quando si presentano problemi nei campi o negli allevamenti, devono lavorare soprattutto di prevenzione. In questo li aiutano altre indicazioni importanti, e cioè:
- è obbligatoria la rotazione delle colture, cioè l’avvicendarsi di coltivazioni diverse sullo stesso terreno, che limita lo sviluppo delle specie infestati, che siano erbacce, insetti dannosi o altri parassiti;
- per favorire la fertilizzazione del suolo devono essere usate piante fissatrici di azoto come le leguminose;
- per ridurre l’impatto dei parassiti, l’agricoltore dà la preferenza a piante rustiche e naturalmente resistenti;
- anche nell’allevamento, si preferiscono razze tradizionali resistenti alle malattie;
- per proteggere la salute degli animali, negli allevamenti dev’essere evitato il sovraffollamento: per questo si indicano gli spazi minimi a disposizione di ogni animale.
Anche per quanto riguarda la trasformazione degli alimenti, le regole europee sono molto precise. Per esempio, sono autorizzati solo una trentina di additivi scelti tra i più necessari e sicuri, quando nella produzione convenzionale sono diverse centinaia. E nessun colorante, neanche quelli naturali, è autorizzato come additivo negli alimenti bio.
Il logo del biologico europeo
Dal 2010, l’Unione Europea ha creato un proprio logo per i prodotti biologici.
Il logo è obbligatorio tutti i prodotti alimentari preconfezionati dell’Unione Europea, prodotti e venduti come biologici all'interno dell'UE, mentre è facoltativo per i prodotti importati, naturalmente se sono conformi alle nostre norme. Non può invece essere usato per i prodotti in conversione al biologico, che, a seconda delle produzioni, può durare diversi anni.