Le castagne mi hanno sempre affascinato per la loro veste irta di spine a nascondere un frutto (così classificato per convenzione e raffronto con alimenti simili perché in realtà si tratta di seme) che è molto diverso dalla concezione normale che abbiamo di questo genere alimentare.
Che spesso è ad esempio ricco di acqua, tanta acqua, mentre nel caso delle castagne ne abbiamo relativamente poca e non rappresentano certo un frutto dissetante.
Del resto neanche lo si chiede a un prodotto che matura in pieno autunno quando ormai il caldo è solo un lontano ricordo e il freddo comincia a farsi sentire nel suo rigore che anticipa l’inverno.
E poi le virtù delle castagne sono così tante che sul loro non potere dissetante possiamo tranquillamente sorvolare per dedicarci meglio sulle loro mille prerogative e bontà da trasformare in cucina!
In questo post mi concentro sulle caratteristiche delle castagne fresche, ma poi in uno successivo voglio ritornare sulla loro farina che è straordinaria già solo per il fatto di essere ricavata da un frutto a tutti gli effetti ben diverso da quelli in guscio secchi come mandorle o nocciole.
Visto che abbiamo fatto cenno alla frutta secca in guscio cominciamo con il dire che rispetto a questa le castagne contengono una quota di carboidrati molto più elevata di cui tenere conto.
Nella divisione tra cibi proteici o glucidici le castagne appartengono quindi alla seconda categoria e preferibilmente andrebbero equiparate da questo punto di vista più a sostituti di biscotti, dolcetti vari, pane e cereali piuttosto che a frutto da fine pasto.
Tradotto in termini pratici consumatele pure senza esagerare, ma nello stesso pasto evitate magari di consumare pane e pasta concentrandovi piuttosto sugli ortaggi di stagione preparati in tanti modi diversi, su zuppe, insalate miste, sformati di verdura o al limite sul pesce.
Questo soprattutto se avete problemi collegabili al diabete o di carico glicemico eccessivo, un parametro da tenere comunque sempre sotto controllo anche se si sta bene di salute.
Collegato a tutto questo è anche l’alto quantitativo di fibra contenuto nelle castagne che oltre a renderle particolarmente sazianti stimola al meglio la regolarità intestinale e arricchisce la composizione benefica dei batteri buoni presenti nel microbiota intestinale.
Rispetto ai micro nutrienti le castagne contengono ottime percentuali di vitamine del gruppo B e di Vitamina C oltre a sali minerali come manganese, potassio e magnesio a tutela della funzionalità cardiaca e della salute delle ossa.
Senza dimenticare importanti e preziosi antiossidanti come tocoferoli e betaine che prevengono diversi processi infiammatori interni e contrastano la diffusione dei radicali liberi.
Ma all’atto pratico come possiamo usarle in cucina? Cosa ne dite di trifolarle con funghi porcini e accompagnarle con un purè di ortaggi? Realizzare una buona zuppa autunnale o trasformarle in una originale crostata con le pere?
A voi la buona scelta!!!