Il coniglio possiede un apparato digerente con delle caratteristiche specifiche che richiedono una particolare attenzione in tema di alimentazione.
Denti che continuano a crescere
Innanzitutto, i suoi denti sono caratterizzati da una radice aperta con crescita continua:
- gli incisivi, che gli servono per afferrare e tagliare gli alimenti, e si allungano di 1-2 mm la settimana;
- i molari e i premolari che servono a triturare il cibo, grazie a movimenti laterali della mandibola, e si allungano di circa 2 mm al mese.
Questa continua crescita deve essere compensata dall’usura, altrimenti la lunghezza dei denti può arrivare al punto di impedire la corretta chiusura della bocca, con conseguenze che possono essere anche gravi: il coniglio non riesce più a mangiare, quindi dimagrisce, presenta salivazione eccessiva che va ad aumentare l’umidità della zona sotto la gola causando dermatite e parallelamente si ha anche una scarsa igiene del pelo, perché l’animale non è più in grado di pulirsi e di strapparsi il pelo.
Un intestino cieco di grandi dimensioni
Un’altra peculiarità è rappresentata dall’intestino cieco, che in questa specie è come una grande tasca di fermentazione piena di batteri. In questo luogo le fibre corte dell’alimento sono separate da quelle lunghe e avviene la fermentazione con la formazione del cosiddetto ciecotrofo (feci morbide a grappolo) che il coniglio produce e che ingerisce quando esce dall’ano. Questo ciclo naturale ha la finalità di recuperare le molte sostanze prodotte durante la prima digestione nell’intestino, che in questo modo non vanno perse. L’intestino cieco del coniglio è molto sensibile e le brusche variazioni alimentari disturbano la flora batterica e provocano diarrea.
Quindi, un coniglio che cosa deve mangiare?
Va detto prima di tutto che in questo animale, la sensazione di sazietà è indotta dal riempimento del canale digerente, questo vuole dire che il coniglio mangia finché non ha la sensazione di avere lo stomaco pieno.
In natura, la sua alimentazione di base varia poco, perché esso rimane sempre all’interno del medesimo territorio, ed è modificata solo dal naturale cambio di stagione. Il coniglio si ciba di erbe fresche o secche quali graminacee associate a piantaggine, dente di leone, leguminose, foglie e rami, trifoglio e rovi, in pratica tutti quegli alimenti che gli permettono di avere una adeguata usura dei denti e un’equilibrata flora intestinale; in pratica, è il coniglio stesso che cerca nell’ambiente quello di cui sente avere bisogno. Invece, per il coniglio domestico che vive nelle nostre case, la situazione è differente, perché in questo caso sarà compito del proprietario mettergli a disposizione tutto ciò di cui necessità.
Il fieno costituisce la base dell’alimentazione del coniglio: deve essere bello verde, con un buon odore e lunghi fili di diametro differente; non deve essere polveroso e deve essere distribuito a volontà, per più volte durante la giornata, perché il coniglio scarta il fieno che è rimasto per troppo tempo all’aria. È proprio il fieno che assicura l’usura dei denti e permette una buona motilità dell’apparato digerente. Attenzione però a non confondere il fieno con la paglia che è il sottoprodotto dell’agricoltura che rimane dopo la trebbiatura e che non ha alcun valore nutrizionale, ma si presta bene come lettiera.
Inoltre, il fieno contribuisce anche al benessere del coniglio, perché frugare in esso alla ricerca dei fili migliori è uno stimolo e un modo per tenersi occupato.
La verdura è l’altro alimento importante, perché apporta fibre, vitamine e minerali e partecipa all’idratazione del coniglio. I vegetali freschi devono essere somministrati crudi, lavati e asciugati.
Idealmente, ogni giorno, dovrebbero essere distribuiti 3-4 tipi di verdure diverse suddivise in due pasti (mattina e sera), poiché il coniglio è un animale che vive soprattutto di sera e di notte.
I vegetali a foglia verde che possono essere somministrati comprendono le piante aromatiche (basilico, coriandolo, dragoncello, maggiorana, origano, rosmarino...), germogli di grano o di avena, gambi di sedano, foglie di fragola o di lampone, foglie di rapa, insalata (songino, rucola, romana, lattuga, lattuga gentilina) e portulaca.
Limitato deve essere invece, l’apporto di radici, bulbi e cavoli (come carote, sedano rapa, cavolo romanesco...) che devono essere forniti in quantità ridotta, al massimo una o due volte la settimana; la stessa cosa vale per le verdure ricche di calcio (aneto, bietola, cicoria...), perché nel coniglio il calcio è assimilato passivamente a livello di intestino e poi rilasciato attraverso i reni e se la dieta contiene troppo calcio, si vedranno sabbia o calcoli nelle urine.
Nel periodo molto caldo si può proporre al coniglio cetriolo, melone, anguria, zucchine, pomodori (senza buccia, né semi, né foglie).
È possibile dare frutta di stagione, una o due volte la settimana, eliminando semi e noccioli che generalmente sono tossici. Si possono quindi somministrare banane, fragole, mele, pere, albicocche, carote, in base al gradimento del coniglio. Non dare conserve o surgelati.
Alcune verdure sono, invece, vietate: soia, manioca, avocado, fagiolo di Lima, lattuga iceberg, miglio, germogli di bambù, cavolo bianco, cipolla, aglio, acetosa, patate, patate dolci, rabarbaro, nocciole, salvia e bucce in genere.
Inoltre, ci sono degli alimenti che sono tassativamente da escludere: il pane e i prodotti da forno in genere, dolci e caramelle, cioccolato, barrette di cereali, misto di semi e di frutta secca, e concentrati di minerali.
Somministrare granuli non è obbligatorio, perché il coniglio adulto trova tutte le sostanze nutrienti necessarie nel fieno e nelle varie verdure. Si trovano in commercio alimenti industriali completi di qualità e composizione molto varia che però devono essere scelti con competenza in base all’obiettivo che si vuole raggiungere.
Da non dimenticare che il coniglio deve avere a disposizione dell’acqua pulita, fresca e sostituita ogni giorno. Alcuni conigli non sanno utilizzare il beverino (distributore) quindi è meglio lasciare a sua disposizione una ciotola per l’acqua abbastanza pesante da non essere rovesciata. È da prediligere un’acqua povera di calcio.
Questi sono solo alcuni suggerimenti, ma si sarà ben compreso che per alimentare il coniglio da compagnia è meglio lasciare perdere il “fai da te”! Meglio rivolgersi a un medico veterinario: poche e mirate indicazioni di un professionista permetteranno di avere un animale di casa sano ed equilibrato, ottima compagnia per tutta la famiglia.
In collaborazione con: