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Diventare vegetariani? È anche una questione di geni

Nonostante le buone intenzioni, alcune persone che scelgono di seguire una dieta green fanno molta fatica o non riescono a rinunciare alla carne. La causa potrebbero essere alcuni geni legati al metabolismo dei grassi. E saperlo è già un primo passo

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Più rispetto per gli animali, per l’ambiente e anche una maggiore attenzione al rapporto tra alimentazione e salute. Non si può negare che in questi ultimi anni - specie nelle nuove generazioni – sia aumentata una certa sensibilità che porta a fare scelte diverse a tavola, orientandosi verso un’alimentazione basata sui cibi vegetali. Tuttavia, le persone che seguono effettivamente una dieta verde sono molto meno di quelle che lo vorrebbero e che, per una ragione o per l’altra, di anno in anno rimandano la loro decisione. Ad esempio, negli Stati Uniti i vegetariani costituiscono solo il 3-4 per cento della popolazione.

Se le cause di questa difficoltà possono essere tante, fino a oggi nessuno aveva cercato di capire se tra queste potesse entrarci anche il DNA.  Perciò è da segnalare questo lavoro appena pubblicato su PLOS ONE che per la prima volta ha esaminato il collegamento tra vegetarianismo rigoroso e genetica.

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“Gli esseri umani sono in grado di seguire a lungo termine una dieta vegetariana rigorosa?” Grosso modo è questa la domanda che si è fatto Nabeel Yaseen, autore dello studio nonché professore di patologia presso la Northwestern University di Chicago, School of Medicine. In effetti, come sostengono gli autori nel loro articolo di presentazione dello studio, una certa percentuale (dal 48 al 64 per cento) di chi si definisce vegetariano, conferma poi di mangiare pesce, pollame e/o carne rossa: suggerendo, secondo Yaseen, che i vincoli ambientali o biologici abbiano la meglio sul desiderio di aderire a una dieta vegetariana. Sarebbe riduttivo pensare che sia il gusto l’unico fattore che determina la scelta: certamente è fondamentale anche come l’organismo di ciascuno metabolizza un certo cibo. Ad esempio, quando si prova una bevanda alcolica o il caffè per la prima volta la maggior parte delle persone non li trova piacevoli, ma col tempo sviluppano il gusto per queste bevande per via dei loro effetti. “Ecco, anche per la carne potrebbe accadere qualcosa di simile", ipotizza Yaseen. "Forse esiste un certo componente che la fa desiderare". Insomma, e se fosse anche una questione di geni?

Lo studio in breve

Per determinare se la genetica contribuisce alla capacità di aderire a una dieta vegetariana, il team di ricercatori della Northwestern University ha analizzato i dati già raccolti dallo UK Biobank, un ampio studio a lungo termine condotto in Gran Bretagna che sta studiando il ruolo della predisposizione genetica e dell'esposizione ambientale nello sviluppo di malattie.

In particolare per la ricerca sono stati messi in relazione i dati genetici di 5.324 vegetariani rigorosi (che non consumano pesce, pollame o carne rossa) con 329.455 controlli di persone onnivore.  Ebbene, l’analisi ha identificato tre geni che sono significativamente associati al vegetarianismo e altri trentuno geni potenzialmente associati. Lo studio ha scoperto che molti di questi geni, inclusi due dei primi tre (NPC1 e RMC1), sono coinvolti nel metabolismo dei lipidi e/o nella funzione cerebrale.

“Un’area in cui i prodotti vegetali differiscono dalla carne sono i lipidi complessi”, ha puntualizzato Yaseen. “La mia ipotesi è che nella carne potrebbero essere presenti componenti grasse di cui alcune persone hanno bisogno. E forse le persone la cui genetica favorisce il vegetarianismo sono in grado di sintetizzare questi componenti in modo endogeno. Tuttavia, al momento, si tratta di semplici speculazioni e c’è ancora molto lavoro da fare per comprendere la fisiologia del vegetarianismo”.

In altre parole, sarebbe il bisogno di alcuni tipi di grassi presenti negli alimenti di origine animale a rendere difficile la scelta vegetariana. Che, al contrario, risulta più semplice in chi probabilmente riesce a prodursi da solo questi grassi.

A ogni modo, già questi primi risultati hanno il merito di dare il via a ulteriori studi che potrebbero avere delle ripercussioni non solo sulla nutrizione ma anche sulla produzione di sostituti della carne. Questi ultimi sarebbero studiati con un profilo nutrizionale ad hoc nella composizione dei grassi in modo da compensare il bisogno di cibi di origine animale. E così anche i geni sarebbero finalmente soddisfatti (ma gli animali ancora di più).

Image credit: Northwestern University

Diventare vegetariani? È anche una questione di geni - Ultima modifica: 2023-10-09T08:00:56+02:00 da Barbara Asprea

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