Intolleranza e celiachia
Glutine, tutte le risposte

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Composto presente in alcuni cereali molto diffusi, a iniziare dal frumento, il glutine può provocare malattie e disturbi diversi, dalla celiachia, all’intolleranza, all’allergia. Di conseguenza, la confusione sul tema è massima… Chiariamoci le idee con l’aiuto del dottor Andrea Costantino, gastroenterologo dell’Ospedale Policlinico di Milano

Ma sei celiaco o intollerante? Sei proprio celiaco o solo un poco? Davvero se mangi il pane stai malissimo? Queste sono solo alcune delle classiche domande che chi ha problemi di salute legati all’ingestione di glutine si sente rivolgere da amici e parenti quando si siede al ristorante. Meglio quindi fare chiarezza una volta per tutte: l’intolleranza al glutine è ben diversa dalla celiachia, anche se i sintomi possono essere simili. E non ha senso parlare di celiachia lieve o grave. Ma andiamo per gradi e, con l’aiuto del dottor Andrea Costantino - gastroenterologo del Centro di riferimento per la prevenzione e la diagnosi della malattia celiaca dell’Ospedale Policlinico di Milano - facciamo luce sui meccanismi, i sintomi e la terapia di tutti i disturbi legati all’ingestione del glutine, questo mix di proteine presenti in frumento, farro, orzo e segale.

Celiachia, il glutine come un virus

“La celiachia è una patologia del sistema immunitario presente nell’1-1,5% della popolazione”, spiega Costantino, “in cui, a causa dell’ingestione di glutine, si liberano anticorpi contro la mucosa dell’intestino, portando a un’infiammazione cronica e all’atrofia, cioè all’appiattimento, dei villi intestinali. I sintomi sono molto sfumati e non sempre presenti e vanno dalla diarrea, allo scarso accrescimento, alla perdita di peso, alla stanchezza dovuta alla carenza di ferro, al deficit di varie vitamine. Ma esistono anche sintomi extra intestinali, come l’aumento del valore di alcuni enzimi epatici, l’irregolarità del ciclo mestruale, ripetuti aborti spontanei e molti altri”. Una volta diagnosticata la celiachia - attraverso l’analisi degli anticorpi e la biopsia intestinale che confermi il danno alla mucosa - non sussiste altra terapia che l’esclusione di glutine, anche in tracce, dalla dieta per tutta la vita. “Questo garantisce al celiaco”, rassicura Costantino, “il rispristino di una corretta funzionalità intestinale e allontana il rischio di altre patologie legate alla proliferazione delle cellule del sistema immunitario”. Ci sono in corso studi su terapie farmacologiche alternative alla dieta per combattere la celiachia? “Al momento”, spiega Costantino, “stanno dando buoni risultati sperimentali alcune molecole che bloccano gli anticorpi transglutaminasi, quelli che danneggiano la mucosa intestinale. Studi esplorativi sono in corso anche al Policlinico di Milano per verificare se questi farmaci sono in grado di garantire al celiaco l’introduzione di pochi grammi di glutine senza avere danni intestinali”. E alleggerire così la pressione sulla dieta.

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Gluten sensitivity, come spegnere l'infiammazione

Altro discorso è la cosiddetta sensibilità al glutine, chiamata anche no celiac gluten-wheat senstivity (sensibilità al glutine-frumento non celiaca) che si verifica quando, dopo l’ingestione del glutine, si avvertono sintomi come dolori addominali, pancia gonfia, diarrea, nausea, ma anche cefalea, stanchezza e dolori muscolari. “In questo caso”, spiega Costantino, “non c’è un’alterazione del sistema immunitario ma un’infiammazione cronica dell’intestino e i sintomi migliorano quando non si introduce il glutine. Oggi questo disturbo viene identificato in modo più generale come Sindrome dell’intestino irritabile sensibile al grano, in quanto i sintomi, dolore cronico e gonfiore, sono legati spesso all’ingestione di glutine ma non esclusivamente. In alcuni casi peggiorano in condizioni di stress o quando si introducono alimenti con un alto tasso di zuccheri che nell’intestino fermentano in modo massiccio, e alcune verdure tipo broccoli e cavolini di Bruxelles”. In presenza di questi sintomi è fondamentale rivolgersi a un gastroenterologo che definirà il miglior approccio terapeutico. “Sono particolarmente consigliate le diete Fodmap (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) che tendono a ridurre la presenza degli alimenti che contengono grandi quantità di questi zuccheri a corta catena, abbinando una severa restrizione dei cereali con il glutine, una supplementazione di particolari fermenti probiotici e uno stile di vita che preveda una migliore gestione dello stress e molta attività fisica”. Sarà poi il gastroenterologo a valutare la durata della dieta e la graduale reintroduzione di alcuni alimenti.

E se si tratta d'allergia?

Altro problema legato all’ingestione di glutine è l’allergia al grano, una delle più comuni dopo i crostacei. “Si manifesta spesso”, continua Costantino, “con problemi cutanei, come l’orticaria, ma anche asma, rinite oppure intensi dolori addominali e, in rari casi, con una reazione anafilattica”. La diagnosi deve essere fatta da un allergologo, attraverso test cutanei o ematici, e la terapia ovviamente consisterà nell’esclusione del grano e dei cereali affini che provocano la crisi allergica.

Per prevenire variare i cereali

I problemi di salute legati all’ingestione di glutine sono in continuo aumento. A cosa è dovuto tutto ciò? “Sicuramente il maggior accesso alle informazioni e la crescente consapevolezza rispetto a questi disturbi ha portato a un aumento delle diagnosi. Ma è utile fare anche una riflessione sui cambiamenti che, negli ultimi 50 anni, hanno coinvolto la coltivazione del grano, nuove varietà con una quantità sempre crescente di glutine con caratteristiche di forza e tenacia molto elevate”, spiega Costantino. Considerando che in Occidente il cereale più consumato è il grano, la quantità di glutine ingerita quotidianamente in una dieta libera è molto elevata e questo può creare sul lungo periodo dei problemi. “Il consiglio è sempre quello di variare il più possibile i cereali o pseudo cereali, inserendo anche miglio, riso, grano saraceno, mais, quinoa e altri cereali minori nella nostra abituale alimentazione, così da arricchire la dieta di diverse sostanze nutritive e variare allergeni e composti potenzialmente fastidiosi per l’organismo”, conclude Costantino.

Un test per scoprire il glutine nascosto

È stato messo a punto all’Ospedale Policlinico di Milano un test per valutare l’eventuale ingestione di tracce di glutine nelle 24 ore precedenti l’esame. Si chiama Gluten detect, è un test rapido molto facile da utilizzare che può essere d’aiuto, a chi segue un’alimentazione gluten free, per individuare eventuali “punti” critici della dieta. Si trova in vendita su internet e in alcune farmacie specializzate.

Glutine, tutte le risposte - Ultima modifica: 2023-11-10T15:23:06+01:00 da Sabina Tavolieri

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