L'editoriale del direttore
FESTINA LENTE
Fin dalle elementari pensavo che dormire fosse una perdita di tempo. Con tutti i mattoncini LEGO che avevo in cameretta, le 8 ore al giorno di son - no riducevano la mia giornata lavorativa edilizia in un limitante part-time. Il sonno privava felicità ai miei neuroni. Inutile, vuoto, lungo. E io dovevo sfruttare tutto il tempo possibile di questa vita prima di rinascere palma da cocco alle Maldive, gatto o monaco birmano. L’unica notte in cui mi mettevo a letto senza sofferenza era quella di Natale, perché c’era uno scopo tecnico: qualcosa succedeva mentre tutti dormivano.
La verità è che - dal primo regalo che compare sotto l’albero - realizzi all’istante che il tempo è poco e devi sfruttare intensamente ogni minuto che hai a disposizione, senza sprecare ore in inutili attività come sonno e rilassamento. E con questa bella filosofia finisci al ricovero. Quindi, prima di trapassare a monaco birmano per consunzione, impari molto velocemente due lezioni sul tempo.
Prima lezione umilmente imparata. Il nostro corpo e la nostra mente hanno bisogno del vuoto, esattamente quanto del pieno. I nostri organi, tutti, si riempiono e si svuotano. Lo stomaco vuoto è necessario: ad un certo punto bisogna smettere di riempirlo e lasciarlo vuoto per ore. In questo momento dell’anno in cui iniziamo un periodo di pieni, ricordiamoci poi che quel poveraccio del nostro apparato digerente vorrà essere lasciato in pace con qualche digiuno serale. Allo stesso modo, anche la mente va sgombrata dai pensieri, sia con il sonno che con qualche tecnica: cantare, correre, meditare, cucinare il polpettone di pagina 42.
Seconda lezione. Alcune funzioni del corpo sono lente o lentissime. Il corpo fa miliardi di cose ma lentamente, in silenzio, mai correndo. Impariamo. Festina lente, affrettati lentamente, è la regola del nostro organismo. E oltre ad essere la soluzione per mantenere la sanità mentale in questo periodo è anche un metodo da portare in cucina.
Ogni passaggio anche se facile va fatto con calma: lenti e decisi come un caterpillar sugli impasti, lenti e delicati con la maledetta erba cipollina che si spezza quando vuoi legare i fagottini, lenti e precisi nel grattugiare il formaggio invece delle dita, insomma lenti. La lentezza allarga il tempo. Come diceva De Crescenzo, puoi vivere il tempo in lunghezza o in larghezza. In lunghezza, cioè in modo lineare come un orologio, oppure in larghezza, amplificando le emozioni, la vitalità e il presente.
Buone feste, larghe, calme e lente a tutti i nostri lettori.
Chiara Fumagalli
Cucina Naturale di novembre è disponibile in edicola dal 25 novembre (a 3,90 euro) o in abbonamento nella tradizionale versione cartacea, oppure nella versione digitale, per una comoda e immediata lettura e archiviazione su supporti digitali.