Nella sua forma selvatica, questo insetto è il principale parassita dell’olivo e può provocare gravi danni. Questa tecnica, che fa uso di Ogm, solleva però molte perplessità. Di qui l’allarme lanciato dalla Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB), insieme con altre organizzazioni ambientaliste e della società civile dei cinque continenti
“La Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB), insieme ad altre organizzazioni ambientaliste e della società civile dei cinque continenti, lancia l’allarme relativo al rischio che numerosi esemplari transgenici di mosca dell’olivo vengano lanciati e immessi nell’ambiente in oliveti spagnoli. Un simile rischio di rilascio in ambiente si corre in Brasile con analogo scopo di contrastare attraverso organismi geneticamente modificati il proliferare di loro omologhi parassiti”.
Esordisce così un Comunicato stampa della FIRAB (Il testo completo si può leggere qui) che prosegue sottolineando che “Si tratta di un serio rischio per l’ambiente e di una tecnologia non testata e validata, rischio aggravato dal fatto che i ceppi di insetti ingegnerizzati sono esotici e non attinenti agli ambienti in cui verranno lanciati”.
Una delle principali preoccupazioni di carattere ambientale, infatti, è relativa al fatto che il ceppo di mosca dell’olivo utilizzato da Oxitec non è nativo della Spagna. Il rilascio in ambiente di ceppi di parassiti entomologici non-nativi è di norma vietato nel quadro delle disposizioni europee sul controllo dei fitofagi in quanto alcune caratteristiche indesiderate potenzialmente presenti nel ceppo di nuova introduzione, come la resistenza ai pesticidi, possono diffondersi nella popolazione selvatica.
Altre preoccupazioni sono relative al gran numero di larve GM morte e vive rinvenibili nel frutto avviato al consumo e all’impatto di insetti geneticamente modificati sugli ecosistemi.