Irene Grandi ha dedicato una canzone alla cucina! Qui ci racconta le sue idee su tutto ciò che ruota intorno al cibo, a iniziare dall’impegno in difesa di chi cibo non ne ha
Irene Grandi è una delle nostre cantautrici più conosciute. È molto amata, non solo per le indiscusse qualità d’artista, ma anche per la naturale esuberanza e il suo sorriso, che nascono da un rapporto con la vita profondo e consapevole. Lo confermano le scelte di solidarietà che la portano a essere testimonial di varie associazioni benefiche. E anche dallo stile in cucina, come racconta nella sua canzone intitolata proprio La cucina.
Irene, la cucina è per te luogo di consolazione, rifugio solitario…
È questo e molte altre cose ancora. Da sempre la cucina è per me un luogo dove fare tutto e non solo cucinare. Un luogo dove pensare, studiare, creare un’atmosfera con gli amici, oppure stare sola con me stessa. Dove abito adesso c’è una grande cucina e la vivo tantissimo.
Devi alla famiglia il tuo buon rapporto col cibo?
Direi di sì, tanto che ho vissuto in modo positivo anche episodi che di per sé potevano non esserlo. Ad esempio, ricordo che da piccola ho avuto, per un periodo, un’intolleranza al grano, quindi mi davano spesso la polenta. Durante i giorni di festa mi trovavo circondata da parenti che invece mangiavano tortelli e tortellini, fatti ad arte, visto che da parte del babbo la famiglia è originaria della provincia di Modena. Erano tutti preoccupati per me, credevano che ci rimanessi male. Ma io amavo la polenta e per me è rimasta un ricordo di felicità, per l’allegria della famiglia riunita.
Per cantare ci vuole un fisico in forma: ti aiuti con l’alimentazione?
Spesso durante la tournée “tento” di mangiare leggero: pesce, riso, verdure, pasta poco condita. Ma in giro per l’Italia non è facile mantenere sempre i buoni propositi, perché nei ristoranti ci tentano con antipasti sfiziosi e varie prelibatezze. Ogni tanto me li concedo, però non mangio il pomodoro che mi crea un po’ d’acidità, ripercuotendosi poi sulle corde vocali, e nemmeno i dolci.
Hai alimenti o erbe utili per quando ti capita di avere problemi di voce?
Sì, utilizzo due rimedi molto efficaci, che arrivano da antichi saperi popolari, la propoli e l’erisimo, la famosa “erba dei cantanti”, ma devo dire che anche i tradizionali suffumigi con semplice acqua sono molto utili a voce e gola.
Cosa ne pensi della distribuzione delle risorse alimentari nel mondo?
A questo proposito posso raccontare la mia esperienza con un progetto di solidarietà "Il cuore si scioglie" in Burkina Faso. È un Paese molto povero e il cibo scarseggia sempre. Noi visitatori non restavamo ovviamente a digiuno, ma anche la nostra dieta non era certo paragonabile a quella di casa: monotona, spesso a base di pollo o uova, con carenza di frutta e verdura. Ricordo poi che durante i trasferimenti passavano anche ore prima di trovare un posto dove fermarci per mangiare qualcosa. Nonostante le difficoltà, il Burkina Faso è davvero un Paese interessante e la gente è molto accogliente.
Questi viaggi hanno aumentato la tua sensibilità nei confronti degli sprechi?
Non ho mai fatto grandi sprechi, ancor più dopo avere visitato questi Paesi e aver toccato con mano il valore anche solo di un piatto di riso. Cucinare con gli avanzi stimola la creatività e l’ho sempre fatto. Riguardo alle scelte alimentari, credo sia importante diminuire nella nostra dieta il consumo di carne: è una scelta che va fatta per la difesa della natura e anche la nostra salute, perché un consumo eccessivo di questo alimento è dannoso per entrambe. Io da tempo di carne ne mangio pochissima.
Il nostro modo di fare la spesa ha ripercussioni sull’ambiente, sull’economia e sulla salute
Sono assolutamente d’accordo. Infatti, io quando vado al supermercato faccio molta attenzione a non acquistare marchi criticati dalla rete, e mi oriento nel limite del possibile verso prodotti che riportino simboli di rispetto dell’ambiente e anche del commercio equo e solidale.
Cantare e cucinare suscitano forti emozioni: com’è il tuo vissuto a riguardo?
È vero che cucinare dà emozioni e offrire un piatto cucinato da te espone a sensazione molto forti. In quel piatto c’è la tua creatività, il tuo tempo, la scelta degli ingredienti e l’amore che metti cucinandoli: sono tutti elementi fondamentali in cucina e comuni anche alla musica. E riguardo alla trasmissione “Chef per un giorno”, a cui ho partecipato, ricordo di essermi molto emozionata mentre lo chef Romanelli analizzava, attraverso i miei piatti, il mio carattere e la mia personalità, che ne è uscita delicata e forte allo stesso tempo, originale e generosa.
Cucinare insegna qualcosa che può essere utile anche nella vita?
Dico solo una cosa; se noi italiani sapessimo governare il Paese come una massaia sa governare la sua cucina, saremmo una nazione senz’altro migliore.
Un pensiero finale da condividere con i nostri lettori
Li saluto con una curiosità e anche un invito: qui nel Chianti dove vivo, posto molto famoso per la bistecca, a Pozzolatico, vicino all’Impruneta, è nata da qualche anno la sagra della bistecca.
Sì… ma di seitan!