L’indagine è stata condotta dalla rivista di test Stiftung Warentest su oli provenienti da Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Promosse solo tre marche italiane. Dei sei oli biologici analizzati quattro sono stati bocciati
Un test condotto in Germania dalla rivista dei consumatori Stiftung Warentest ( 460 mila copie diffuse nel paese) – riferisce un articolo su “Il fatto alimentare” -
ha rilevato che, su 26 marche di olio extravergine, 13 non possono essere classificate come tali. Il verdetto negativo ha coinvolto anche quattro dei sei oli biologici considerati. Oltre a difetti di odore e gusto, diversi oli sono risultati contaminati da sostanze chimiche, a livelli anche elevati ma non giudicati pericolosi per la salute, ma che hanno comunque indotto l’associazione dei consumatori Foodwatch a chiedere il ritiro dal mercato di quelli contaminati da oli minerali aromatici (MOAH), sostanze sospettate di essere cancerogene, mutagene e perturbatori endocrini, cioè che alterano il corredo genetico. Uno di questi oli è italiano ed è l’olio extravergine Dop Dauno Gargano, distribuito dall’azienda tedesca di supermercati biologici Alnatura, che sul proprio sito risponde dettagliatamente alle contestazioni dello Stiftung Warentest, affermando che le tracce di oli minerali sono dovute a livelli di fondo ambientale, che il frutto dell’olivo può assorbire durante la crescita. Oltre ai MOAH, tutti i 26 oli testati hanno mostrato la presenza di altri tipi di idrocarburi saturi (MOSH), pericolosi perché si accumulano negli organi e che in alcuni oli sono risultati presenti a livelli più elevati della media.
Il test è stato condotto secondo il Regolamento Ue n. 2568/91. Le proprietà organolettiche sono state verificate da un panel di assaggiatori, mentre le analisi dei parametri chimici e di eventuali inquinanti sono state condotte in laboratorio. Inoltre, è stata verificata la corrispondenza delle informazioni riportate nelle etichette con le prescrizioni della normativa europea. Il test della rivista tedesca ha riscontrato carenze in tutti questi settori. Per quanto riguarda l’etichettatura, quattro oli indicano l’Italia come paese d’origine e uno la Spagna, ma le analisi hanno rilevato gravi discrepanze rispetto a queste indicazioni. Alcune etichette, inoltre, sono risultate irregolari, perché solo in italiano e/o in inglese, senza la versione in tedesco.
Particolare importanza è stata attribuita alle proprietà organolettiche, a cui è stato attribuito un peso del 65% nella formulazione del giudizio finale. In caso di giudizio negativo da parte del panel di assaggiatori, l’olio è stato inviato ad altri due panel e il giudizio finale è stato negativo solo se espresso da almeno due panel su tre. Gli oli extravergini analizzati provengono da Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. Dei 13 che hanno superato l’esame, solo uno è stato classificato come “buono”: si tratta dello spagnolo O-Med Picual, che ha un costo di 40 euro al litro ed è venduto solo online o in particolari negozi. Nove sono stati giudicati “soddisfacenti” e tre “sufficienti”. Al terzo posto c’è il Monini Gran Fruttato Natives Olivenöl extra 100% Italienisch, venduto a 14.20 euro al litro, e al quinto il Piccardo & Sayorè Olio extra vergine di Oliva 100% Italiano, venduto a 20 euro al litro. Promosso anche un altro extravergine italiano, l’Edeka/Italia Natives Olivenöl extra D.O.P. Terra di Bari Castel del Monte
Gli altri 13 oli sono stati giudicati “poveri” dal punto di vista organolettico, a causa dell’odore e sapore di stantio, muffa e rancido. Alcuni hanno mostrato un eccessivo contenuto di residui di idrocarburi oppure irregolarità nell’etichetta. Tra i 13 bocciati, ci sono sei oli di origine italiana: Alnatura Dop Dauno Gargano, Antico Frantoio della Fattoria Olio 100% italiano, Piccardo & Sayorè Riviera Ligure Dop Riviera Ligure (stessa marca di quello promosso ma con un tipo di olio diverso) diverso olio quello promosso, PrimOli Igp Toscano, Redoro biologico 100% Italiano e un altro biologico, l’Agrestis Nettar Ibleo Organic & DOP (40 euro al litro).