Parlavo lunedì de latte di mandorle, un tema che ha suscitato un bel confronto con suggerimenti pratici interessanti sia inerenti la preparazione del latte stesso sia inerenti la prima colazione, tema sollevato da Michele.
Se volete approfondire andate a leggere gli interessanti commenti e suggerimenti in coda al mio intervento di lunedì, ad esempio Sissa ha messo un interessante link a un suo post su un procedimento relativo alla preparazione del latte di mandorle partendo dal frutto che ne da il nome, un post che ho trovato molto interessante e pratico.
Da parte mia avevo promesso elaborazioni di creazioni passate o nuove ricette con protagonista questo latte vegetale di lunga tradizione e uso.
Ho iniziato allora rivedendo una ricetta di un dessert che andava migliorato per un piccolo particolare estetico che non influiva per nulla sul gusto (molto buono), ma giusto per una questione di presentazione.
Ho risolto il problema abbastanza facilmente introducendo un poco di farina di riso in una crema che dopo cottura quando si sforma altrimenti rilascia un poco di liquido (nient’altro che una parte dell’acqua che compone il latte di mandorle).
Come dicevo solo un particolare estetico, visto che c’ero però rispetto alla ricetta di origine ho fatto altre lievi modifiche, ad esempio mettendo anche un poco di caffè e accompagnando alla fine con delle scaglie di cioccolato bianco.
Cioccolato bianco di cui ho trovato una versione eccellente devo dire, prodotto dal circuito del commercio equo e solidale mi ha veramente sorpreso in positivo.
Magari domani fotografo e ve ne parlo meglio, ne vale la pena.
Tornando al dessert con latte di mandorle vi lascio subito alla ricetta, spero gradirete e apprezzerete, ma in prospettiva vorrei darvi qualche ricetta più incisiva, nel senso di valorizzazione ancora più spinta e significativa di questo ottimo latte.
Spero di farcela in tempi non troppo lunghi, anche se ultimamente faccio fatica a trovare il tempo per dormire!!!!
Crema sformata alle mandorle, caffè e cacao
Ingredienti per 4 persone:
- 400 ml di latte di mandorle più altri 50-100 ml per la salsa,
- 1 cucchiaio raso di caffè solubile,
- 2 uova intere e 2 tuorli,
- 4 cucchiai di zucchero,
- 1 cucchiaio colmo di farina di riso,
- 1 cucchiaio di cacao amaro,
- 50 g di mandorle sgusciate,
- 40 g di cioccolato bianco
Preparazione:
- Scaldare leggermente il latte di mandorle con il caffè solubile fino a scioglierlo, nel frattempo sbattere con cura le uova intere e i tuorli con 3 cucchiai di zucchero, la farina di riso e il cacao.
- Versare il latte appena caldo e amalgamare fino a ottenere un crema liquida uniforme, dividerla equamente in 4 stampini in metallo o terracotta da 10 cm circa di diametro e cuocerla a bagnomaria nel forno caldo a 170 gradi per circa 30 minuti.
- Una volta pronta intiepidirla e poi lasciarla raffreddare in frigorifero per almeno 1 ora in modo da riuscire a sformarla con più facilità (meglio se si prepara dal giorno prima).
- Nel frattempo in un mortaio pestare le mandorle con lo zucchero rimasto versando poche gocce di altro latte di mandorle in modo da creare lentamente una densa e profumata crema, allungarla con altro latte di mandorle fino a ottenere una salsina.
- Staccare con un coltello i bordi e capovolgere gli sformatini al centro dei piatti, ricoprirli con la salsina di mandorle, decorare con il cioccolato bianco ridotto in scaglie e spolverando con un altro poco di cacao.
Buonooooo E se non si vuole usare il caffè solubile ma il tradizionale? Diminuisco la dose del latte di mandorla? Grazie per questo magnifico dessert!
Ciao Giuseppe,
grazie dei complimenti.
Si se vuoi usare il caffè tradizionale diminuisce semplicemente il latte di mandorle in proporzione, il risultato è garantito ugualmente.
Se provi poi fammi sapere.
Buon dolce e a presto.
Giuseppe
Grazie Giuseppe 🙂 ..anche della ricetta di questo dessert! Che buono dev’esser stato!! ..Mi incuriosirebbe provare con l’agar agar ora che sto imparando ad usarlo.. Chissà…
Buon week end,
Sissa
Ciao Sissa,
grazie.
Ci proverò anche io a fare una versione senza uova, più che l’agaragar userei del kuzu (che mi sta intrigando parecchio) o l’agaranta che ho usato da poco, un mix di agaragar e arrowroot che attenua i difetti di entrambi esaltando i vantaggi.
Quando riesco a provare ti farò sapere.
Buon week-end a te
Giuseppe
Ho appena iniziato ad usarlo l’agar agar 🙂
Il kuzu non lo trovo dove abito, ma ti ringrazio del consiglio ed appena ho occasione di vederlo lo acquisto!
Approposito, scusa la domanda se è stupidina, il kuzu si presenta sottoforma di farina? C’è un solo tipo, insomma.
E l’agaranta?!?! ..Si acquista già mixato?? Te lo chiedo perché questo week end andrò a londra :))))))))))) ed ho già in mente di fare qualche acquisto sul genere…
Buona giornata,
Sissa
Ciao Sissa,
non è una domanda affatto stupida, se non conosci un prodotto non è che ti puoi immaginare come è fatto; comunque si presenta come pezzi squadrati piccoli e grandi, dopo se vuoi lo puoi pestare e ridurre in farina tu, una parte nella busta in realtà lo è già perché è abbastanza facile da polverizzare. Non mi risulta esista già polverizzato e in farina, ma non si può escludere del tutto, soprattutto all’estero.
Si l’agaranta lo trovi già pronto in bustine molto simili a quelle del comune lievito per dolci per intenderci, almeno qui da noi, se vai a Londra può darsi sia in formati diversi, m comunque sempre già mixato.
Per altro se trovi l’arrowroot te lo puoi preparare da te mescolando 1 parte di questa fecola con 1 di agaragar, più o meno.
Buon week end londinese.
Giuseppe