La trasmissione di Rai3 Indovina chi viene a cena dedicata al pane industriale ha sollevato il velo sugli additivi presenti nel pane industriale.
Additivi nascosti
Acido fosforico, acido ascorbico, L-cisteina, biossido di silicio, enzimi, glutine secco e altri ancora sono usati per migliorare le performance dell'impasto e rendere il pane lavorabile velocemente, o rendere l'impasto particolarmente elastico, per esempio per preparare le pizze. Essendo additivi di un ingrediente (cioè la farina) e non direttamente del prodotto (il pane), sono classificati come "coadiuvanti tecnologici" e non c'è obbligo di indicarli in etichetta.
Pane finto integrale
Si è parlato anche della macinazione del grano, che porta alla separazione del chicco in tante diverse componenti, dalla farina più bianca alla crusca. E dei finti prodotti integrali, ottenuti rimettendo insieme parti del chicco, ma non quelle più deperibili, come il prezioso germe di grano, ricco di grassi insaturi e vitamine, che renderebbe il tutto più velocmente ossidabile.
La necessità di usare il lievito naturale
Vero è che mangiare pane integrale lievitato velocemente solo con lievito di birra non è la soluzione ideale, perché componenti importanti come i sali minerali presenti nelle parti esterne del chicco risultano meno assimilabili dal nostro intestino. La soluzione è far lievitare l'impasto con calma usando la pasta madre.
Insomma, nel caso del pane le innovazioni tecnologiche non hanno fatto un gran servizio al consumatore, se togliamo il prezzo, che risulta certamente più basso se si fanno lavorazioni veloci e meccanizzate. Ma ci si perde in genuinità, autenticità, salute e sapore!
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