Sì della Camera al ddl sul biologico. Ora tocca al Senato


Il testo con le “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico” è stato approvato con 269 sì, nessun contrario e 57 astenuti. Il provvedimento ora passa al Senato. I principali contenuti del provvedimento

La proposta – si legge in un articolo comparso su deputatipd.it  - definisce la produzione biologica attività di interesse nazionale con funzione sociale, perché basata, tra l'altro, sulla qualità dei prodotti, sulla sicurezza alimentare, sul benessere degli animali e sulla riduzione delle emissioni inquinanti. Il metodo di agricoltura biodinamica è equiparato al metodo di agricoltura biologica.

La legge è volta a disciplinare la produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico;  le autorità nazionali e locali e gli organismi competenti in materia; i distretti biologici e l’organizzazione della produzione e del mercato; gli strumenti finanziari per il sostegno della ricerca, le campagne di informazione e di comunicazione istituzionale e le iniziative per incentivare l’impiego di prodotti biologici negli enti pubblici e nelle istituzioni. Il provvedimento non affronta il delicato tema dei controlli, per il quale esiste una delega specifica nel collegato agricolo che, secondo quanto previsto dal Documento di Economia e Finanza ora all’esame del Parlamento, sarà attuata entro il mese di febbraio 2018.

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Sono oltre 60.000 aziende agricole italiane che applicano i metodi di coltivazione biologica in una superficie molto estesa (più di un milione e mezzo di ettari - oltre il 12% della superficie agricola) e oltre 8.000 imprese che trasformano la materia prima biologica prodotta, un comparto che impiega circa 250mila addetti, in gran parte composto da giovani e donne con un elevato livello di istruzione e di formazione professionale.

L’Italia è il sesto Paese al mondo per superficie agricola senza concimi e pesticidi chimici di sintesi, il nono per percentuale di agricoltura biologica rispetto a quella totale e per tasso d'incremento delle superfici biologiche. In Europa, l’Italia detiene il primato per numero di aziende agricole biologiche e, sul fronte della domanda, rappresenta il settimo mercato mondiale per consumo di prodotti biologici. Leader mondiale per quantità di prodotti biologici, l’Italia è al primo posto nella produzione di agrumi biologici, al secondo posto al mondo per l'apicoltura e per la produzione di ortaggi, di uva e di olive, al terzo per la produzione di frutta, al quarto per le leguminose. Il settore è in rapida evoluzione: basti pensare che nel solo comparto del vino biologico, nel 2015 si è registrato un incremento del 15,6% rispetto all’anno precedente della superficie coltivata a vigneti biologici.

Il provvedimento prevede la costituzione di un tavolo tecnico per l’agricoltura biologica, con i principali attori della filiera e i rappresentanti del ministero e delle regioni: il tavolo ha, tra l’altro,  il  compito di delineare gli indirizzi e le priorità per un Piano triennale d'azione per la produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura effettuate con metodo biologico è finalizzato a incentivare il consumo dei prodotti biologici attraverso iniziative di informazione, formazione ed educazione al consumo; migliorare e semplificare il sistema di controllo e di certificazione; incentivare la ricerca e l'innovazione in materia.

Il Piano è finanziato da un Fondo istituito ad hoc, il Fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica,  destinato, per il 30 per cento, al finanziamento di programmi di ricerca e innovazione e della formazione in ambito universitario  in materia di produzione agricola, agroalimentare e  acquacoltura effettuate con metodo biologico. Il Fondo è alimentato dal contributo annuale per la sicurezza alimentare (2 per cento del fatturato dell'anno precedente relativo alla vendita di prodotti fitosanitari). Per la prima volta sono previste sanzioni in caso di mancato pagamento del contributo.

La legge introduce disposizioni innovative in materia di organizzazione della produzione e del mercato: imprese agricole, singole e associate, organizzazioni di produttori e  soggetti pubblici e privati possono promuovere la costituzione di un distretto biologico per favorire lo sviluppo dei processi di preparazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti biologici e per promuovere e sostenere le attività collegate all'agricoltura biologica (come la somministrazione di cibi biologici nella ristorazione pubblica, la vendita diretta di prodotti biologici, l'attività agrituristica, il turismo rurale, le azioni di tutela della biodiversità agricola e l'agricoltura sociale).

Per favorire l’aggregazione imprenditoriale e l’integrazione tra le diverse fasi della filiera dei prodotti biologici, si prevede la possibilità di stipulare contratti di rete tra imprese.

Per favorire il riordino delle relazioni contrattuali nel settore, il Ministero riconosce le organizzazioni interprofessionali della filiera dei prodotti biologici, sulle quali esercita anche funzioni di controllo e vigilanza, finalizzate a: migliorare la conoscenza e la trasparenza della produzione e del mercato, anche mediante dati statistici sui costi di produzione, sui prezzi, e analisi sui possibili sviluppi futuri del mercato a livello regionale, nazionale o internazionale; contribuire al coordinamento dell’immissione dei prodotti sul mercato, attraverso ricerche e studi di mercato, esplorando potenziali mercati d'esportazione, prevedendo il potenziale di produzione e diffondendo i prezzi pubblici di mercato; redigere contratti-tipo per la vendita di prodotti agricoli biologici ad acquirenti o per la fornitura di prodotti trasformati a distributori e rivenditori al minuto allo scopo di ottenere condizioni concorrenziali eque ed evitare distorsioni del mercato; costituire fondi per i fini istituzionali e imporre regole e contributi obbligatori per tutte le imprese aderenti, che non comportino restrizioni della concorrenza; richiedere al Ministro l’estensione obbligatoria di accordi, decisioni o pratiche per un periodo limitato, e l’obbligo di versamento di contributi anche agli operatori  non aderenti all'organizzazione, attivi  individualmente o in gruppo, nella o nelle medesime circoscrizioni economiche. Le organizzazioni dei produttori e quelle interprofessionali della filiera biologica, hanno una specifica connotazione quali organizzazioni multi-prodotto, a differenza di quelle presenti in altri paesi della Comunità che sono monoprodotto.

Il Tavolo di filiera –istituito presso il Ministero ­- propone intese di filiera sottoscritte dagli organismi maggiormente rappresentativi a livello nazionale nei settori della produzione, della trasformazione e del commercio dei prodotti agricoli e agroalimentari biologici.

Una novità del provvedimento riguarda le sementi biologiche: si prevede che gli agricoltori che producono varietà di sementi biologiche iscritte nel registro nazionale delle varietà da conservazione nei luoghi dove tale varietà si sono sviluppate hanno diritto allo scambio o alla vendita diretta in ambito locale delle medesime sementi o di materiali di propagazione relativi a tali varietà prodotti in azienda.

 

Sì della Camera al ddl sul biologico. Ora tocca al Senato - Ultima modifica: 2017-05-03T22:10:33+02:00 da Franco Travaglini

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