Un’intera regione del nord dell’India vieterà da Marzo di quest’anno la vendita di cibo non biologico. Una scelta drastica, soprattutto – si legge su "In Naturale" - se si pensa che questa area geografica è una delle più popolate al mondo. Il continente indiano da anni lotta contro frutta e verdura di scarsa qualità, allo stesso tempo avendo a che fare con gravi problemi di malnutrizione. Cosa sta succedendo esattamente?
Il Sikkim, uno stato federato dell’India tra le creste dell’Himalaya, non è particolarmente esteso o popoloso, ma è in questo periodo una cartina di tornasole per ciò che potrebbe succedere nel subcontinente meridionale dell’Asia. Lo stretto giro di vite sulla dieta della popolazione arriva in una situazione particolare, in cui la malnutrizione non è dovuta tanto alla scarsità quanto alla cattiva qualità dei prodotti alimentari.
I cittadini della regione sono spaventati, quando lavano i prodotti ortofrutticoli capita spesso che del colore venga trascinato via dall’acqua o che sulla superficie di frutta e verdura si formi una patina saponosa. Per questa ragione il 10 Dicembre il Primo Ministro della regione ha annunciato il drastico provvedimento: niente più cibo non biologico. Dal 31 Marzo di quest’anno nel Sikkim non si potranno più consumare decine di prodotti a meno che non sia dimostrata la loro origine bio.
C’è di tutto, dalle banane al mango passando per spinaci e curcuma, ogni prodotto dovrà avere essere d’origine controllata e coltivato o allevato secondo una serie stringente di regole. Se l’intero continente dovesse adottare la linea di questa piccola regione allora il settore del biologico potrebbe veramente esplodere in Asia. Non resta che sperare.
Una scelta, comunque, non priva di problemi come si può leggere in un articolo del Guardian