C’è chi parla di 3.000 persone, chi addirittura di 5.000 - inizia così la cronaca della giornata che si legge su Oggi Treviso. Certo è che, la Marcia Stop Pesticidi, domenica mattina ha portato a Cison di Valmarino e Follina un'enorme folla di persone, accorse da ogni parte del Veneto, e non solo, per dire no ai veleni in agricoltura. Per difendere l’ambiente e la salute.
In migliaia hanno marciato senza farsi spaventare dalla pioggia che ha bagnato l'inizio della manifestazione. La secondo edizione della Marcia Stop Pesticidi ha fatto il botto e se già lo scorso anno gli organizzatori si erano stupiti di tanta partecipazione, questa volta è andata ancora meglio. 140 erano state le adesioni da parte di associazioni e comitati. Migliaia, le presenze.
La Marcia ha lasciato il segno. Come le parole di don Francesco Rigobello, parroco di Follina: “I pesticidi fanno male - ha detto ribadito ai partecipanti - Queste sostanze aiutano certamente gli affari ma possono ammalare, avvelenare, uccidere gli affetti, la salute e la forza”. “Tutti noi facciamo qualcosa di male, nessuno creda di essere sempre nel giusto - ha continuato il parroco - ma quello che noi facciamo di male ha delle conseguenze. Questo Dio, questo Signore, non ci sostituisce, lui patisce con la gente che patisce, non può far niente, non è un mago. Ha fiducia nelle nostre opere”.
A prendere la parola alla fine del percorso, il presidente dell’ISDE (medici per l’ambiente) di Treviso Francesco Cavasin: “Siamo qui per sollecitare l’opinione pubblica e le autorità preposte ad adottare misure volte a informare, agevolare e promuovere un’informazione accurata ed equilibrata sui pesticidi - ha spiegato il medico - In particolare sui rischi e sui potenziali effetti acuti e cronici per la salute umana, sugli organismi bersaglio e sull’ambiente dovuti al loro impiego, nonché sull’utilizzo di alternative non chimiche. Prove di tossicità acuta e cronica di tanti pesticidi studiati fino ad oggi sono scientificamente solide, e per questo è necessaria l' adozione di rigorose misure di protezione e di prevenzione, in attesa che tali sostanze chimiche di sintesi vengano definitivamente vietate. Per quanto riguarda le sostanze i cui effetti sono ancora poco chiari, in fase di studio o del tutto sconosciuti, auspichiamo una regolamentazione più severa e ispirata ai principi di prevenzione”.
Due i primi cittadini che hanno parlato di fronte al pubblico: il sindaco di Belluno Jacopo Massaro e quello di Revine Lago, Michela Coan. “Vi ringrazio - Massaro si è rivolto ai partecipanti - perché gli amministratori che lavorano in questo ambito hanno fortemente bisogno dei cittadini: la battaglia è dura. Abbiamo la necessità di fare controlli che non ci è consentito fare in modo adeguato, abbiamo blocchi delle assunzioni. La tutela della salute è fondamentale, e non riguarda solo un territorio, ma tutti i cittadini, ed è quindi una competenza dello Stato, di cui credo debba assolutamente farsi carico”.
Concorde con il sindaco di Belluno, è Michela Coan: “Mi pare che siamo più numerosi dello scorso anno e sono contenta perché oggi a Verona e in un’altra località ci sono altri due cortei contemporanei che muovono dalle stesse idee. Serve un cambiamento culturale - ha puntualizzato il sindaco di Revine Lago - noi tutti possiamo fare la differenza, possiamo condizionare il mercato, andando nella direzione del biologico. Inoltre - ha concluso Coan - un amministratore non può più sottrarsi: non può dire “non posso fare”, perché bisogna fare”.
E i cittadini, oggi, hanno chiesto che qualcosa venga fatto al più presto. In migliaia, sotto la pioggia, marciando da Cison a Follina.