A me il latte di soia piace. So che quando lo dico c’è sempre qualcuno che mi guarda male, ma rispetto anche a pochi anni fa, il suo sapore è decisamente migliorato e ormai ho imparato a orientarmi tra le tante alternative presenti sugli scaffali dei negozi.
Molto presenti nella cucina naturale, quelli che chiamiamo latti vegetali (sebbene la dicitura più corretta secondo il legislatore sia “bevande") sono entrati nelle nostre abitudini alimentari. E se un tempo quello siciliano alle mandorle veniva considerato più una golosità che un’alternativa al latte vaccino, ormai in molti bar è possibile ordinare un cappuccino con il latte di soia. E tanti altri “latti” si sono affacciati sul mercato in questi anni.
Tuttavia, nonostante l’aumento dell’offerta, fino a oggi sono state condotte poche ricerche per confrontare le caratteristiche nutrizionali dei vari tipi di latti. Per cercare di colmare questa lacuna sul Journal of Food Science and Technology è stato appena pubblicato uno studio della McGill University nel quale si analizzano i quattro tipi di latti vegetali più diffusi nel mondo, ossia il latte di mandorla (ma non quello siciliano, che ovviamente resta un prodotto di nicchia), il latte di soia, il latte di riso e il latte di cocco, confrontando i loro valori nutrizionali con quelli del latte vaccino. In particolare, i ricercatori hanno confrontato le versioni non zuccherate dei vari latti, riassunte nello schema che vedete, basandosi su porzioni da 240 ml.
Il latte che, dopo quello vaccino, è risultato il più ricco e bilanciato è quello di soia. Un risultato non inatteso, visto che la soia è un legume con un profilo nutrizionale equilibrato. Qui sotto vi riporto un estratto del testo di presentazione diffuso dalla McGill University - e che potete leggere interamente a questo link - nel quale si riassumono i risultati del test.
Soia: il profilo nutrizionale più equilibrato
• Il latte di soia è ampiamente consumato per i suoi benefici per la salute legati alle proprietà anti-cancerogene dei fitonutrienti presenti nel latte come gli isoflavoni.
• È stato un sostituto per il latte di mucca per 4 decenni.
• Le preoccupazioni, tuttavia, sono il "sapore di fagioli" e la presenza di anti-nutrienti (sostanze che riducono l'assunzione di nutrienti e la digestione).
Latte di riso: sapore dolce ma poche sostanze nutritive
• Senza lattosio, può agire come alternativa per i pazienti con problemi di allergia causati dalla soia o dalle mandorle.
• Le preoccupazioni, a parte l'alto contenuto di carboidrati, sono che l'esclusivo consumo di latte di riso senza cure adeguate possa causare malnutrizione, specialmente nei bambini.
Latte di cocco: senza proteine, poche calorie e tanti grassi
• Ampiamente consumato in Asia e in Sud America.
• Il consumo può aiutare a ridurre i livelli di dannose lipoproteine a bassa densità (colesterolo cattivo) associate a malattie cardiovascolari.
• I valori nutrizionali sono ridotti se conservato per oltre 2 mesi.
Latte di mandorla: va integrato con altri alimenti per i nutrienti essenziali
• Le mandorle hanno un alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi (MUFA) che sono considerati utili sia per il dimagramento che per la gestione del peso. I MUFA aiutano anche a ridurre le lipoproteine a bassa densità (colesterolo cattivo).
Insomma, da questi risultati si capisce che ogni latte vegetale ha delle qualità interessanti, come i grassi buoni del latte di cocco o di mandorle, oppure la dolce neutralità, ideale per i soggetti allergici o intolleranti, del latte di riso. In conclusione, il consiglio da dare sembra sempre lo stesso, ossia seguire una dieta variata per cogliere le diverse virtù degli alimenti che in modo alternato si mettono in tavola (o si versano nella tazza!).
Fonte illustrazione: McGill University