Bacche, polifenoli, glicemia: da qualche anno la ricerca scientifica ha scoperto una relazione virtuosa in questo triangolo. In effetti l’assunzione di mirtilli e ribes nero, somministrati in varie forme come estratti o succhi, è stata collegata a un migliore controllo della glicemia post-prandiale. L’ipotesi dominante è che questo effetto sia dovuto alla presenza agli antociani, ossia dei composti polifenolici presenti nelle bacche di colore scuro. Questi composti rallenterebbero l'assorbimento del glucosio dall'intestino tenue interagendo con gli enzimi coinvolti nella digestione dei carboidrati e le proteine di trasporto del glucosio. Inoltre, i polifenoli, essendo antiossidanti sono in grado di ridurre, appunto, lo stress ossidativo e l'infiammazione in generale.
Il nuovo studio in breve
L’obiettivo dell’equipe formata da ricercatori di un paio di università finlandesi, era quello di appurare se una dose di 75 grammi di ribes nero fosse già in grado di ridurre la glicemia post-prandiale. In effetti, una ricerca precedente aveva riscontrato l'effetto ipoglicemizzante dei ribes neri, ma su una dose di 150 grammi, giudicata un po’ alta per un consumo ricorrente. Nel nuovo studio finlandese, recentemente pubblicato sul British Journal of Nutrition, un gruppo di 26 partecipanti sani ha consumato quattro diversi prodotti ma con la stessa quantità di carboidrati, in quattro diverse occasioni dopo il digiuno notturno. I prodotti di prova sono stati: un'acqua zuccherata, una purea di ribes nero con aggiunta di zucchero, un prodotto di ribes nero su una base di quinoa fermentata; una base di quinoa fermentata senza ribes nero. I campioni di sangue sono stati prelevati a digiuno, prima dei pasti, e poi dopo 15, 30, 45, 60, 90, 120 e 180 minuti, dopo l’assunzione. Oltre alla glicemia sono stati misurati i livelli di insulina e di acidi grassi liberi.
I risultati principali
Rispetto all'acqua zuccherata i prodotti a base di ribes nero hanno indotto la differenza massima in termini di glicemia sanguigna ma anche della risposta insulinica e degli acidi grassi liberi. Va evidenziato che la purea di ribes e zucchero - nonostante contenesse la stessa dose di zuccheri del campione di acqua zuccherata - è stata in grado di attenuare notevolmente la glicemia e gli altri valori collegati. E che l’abbinata quinoa più ribes ha avuto una risposta glicemica migliore della quinoa da sola. Insomma, la presenza del ribes nero ha prodotto una curva glicemica decisamente migliore, più piatta e allungata. E quindi con una riduzione dei vari effetti collaterali negativi sul metabolismo dovuti ai bruschi rialzi e cali glicemici.
Più ribes per tutti?
Ovviamente i ricercatori sono modo soddisfatti dei risultati. Ecco come ha commentato Jenni Lappi, la prima firma dello studio: “Il ribes nero è un frutto ricco di sostanze nutritive e un'ottima aggiunta a una dieta sana ed equilibrata. Tuttavia, il suo sapore aspro può scoraggiarne il consumo. Ora abbiamo dimostrato che la combinazione di ribes nero e carboidrati non è dannoso come lo zucchero consumato da solo. Ciò potrebbe incoraggiare le persone a mangiarlo più spesso, ottenendo così le sue salutari sostanze nutritive.”