Tanta sete e poco appetito: una reazione normale quando fa caldo, ancora più quando si tratta di bambini. Ecco allora i consigli di un noto pediatra
«Quando fa caldo e il bambino rifiuta il cibo, per prima cosa non bisogna insistere», consiglia il dottor Gianfranco Trapani, pediatra e omeopata ligure. «Semmai è molto più utile abituarlo a mangiare solo nei pasti principali, serviti sempre a orari regolari». Altrimenti si corre il rischio di nutrirlo con merendine e gelati tutto il giorno. «Per rendere il momento del pasto ancora più piacevole si possono invitare gli amichetti a pranzo», puntualizza Trapani, «offrendo a fine pasto un piccolo gelato o dei frullati di frutta, sempre graditi ai bambini».
UN MENÙ A MISURA DI BIMBO
In generale, qual è l'alimentazione migliore da adottare nei mesi estivi per i più piccoli? Oltre a scegliere cibi leggeri e poco grassi, sono due i consigli principali. Primo: offrire frutta e verdura di stagione. Ricche di sali minerali e vitamine antiossidanti (carotenoidi, vitamina C) che in estate aiutano la pelle a difendersi dall'azione dannosa del sole. Secondo: bere molta acqua per compensare l'aumentata sudorazione e non rischiare di disidratarsi (i bambini "si dimenticano" di avere sete: ricordateglielo voi offrendogli spesso un sorso d'acqua). Più in dettaglio, un menù giornaliero potrebbe essere così organizzato: «La prima colazione deve sempre fornire il 20% delle calorie totali» consiglia il pediatra. Continua Trapani, «a causa del caldo si può sostituire il latte vaccino con il latte di riso o di soia, oppure con spremute e frullati di frutta. La frutta fresca non dovrebbe mai mancare, al naturale o in macedonia, poi una o due fettine di pane e marmellata». Per gli spuntini di metà mattina e pomeriggio, preferite frutta, yogurt (al posto del latte mattutino) e piccoli panini "leggeri": con pomodoro e ricotta per esempio.
Meglio evitare i classici panini con salumi e insaccati o con formaggi stagionati: cibi decisamente invernali, troppo grassi e salati.
È IL MOMENTO DEI PIATTI UNICI
«Il pranzo deve coprire il 40 % del fabbisogno giornaliero» spiega Trapani. «È un pasto sostanzioso ma non pesante: non devono perciò mancare i carboidrati complessi come quelli contenuti nella pastasciutta e altri cereali, meglio se integrali, come riso e orzo, conditi con verdure o sughi semplici». Molto pratici sono i piatti unici freddi, come le insalate di pasta o di cereali in chicchi condite con verdure crude o cotte e con piccole quantità di alimenti proteici di origine vegetale, come i legumi (soia, piselli e così via, da consumare preferibilmente 2-3 volte la settimana), oppure animale come uova, formaggi freschi, tonno al naturale. «La cena deve essere più leggera del pranzo e soddisfare il 25% delle necessità caloriche giornaliere» aggiunge lo specialista, «e, per educare i più giovani a mangiare le verdure, si può iniziare il pasto con un pinzimonio o un'insalata mista». Seguiti, magari, da una minestra a base di brodo vegetale, che idrata e restituisce i sali persi sudando. Se si è al mare non far mancare il pesce, freschissimo e cucinato in tutti i modi tranne fritto.
MARE O MONTAGNA?
Che cosa consiglia il pediatra come luogo di vacanza per i più piccoli? «Se non ci sono particolari problemi di salute, non esiste una preferenza definita», risponde Trapani. «Per esempio, per i bambini con problemi respiratori, è benefico in particolare il clima legato ai mari rocciosi, per la presenza di una sorta di microaerosol di iodio che disinfetta le prime vie aeree e stimola l'attività del sistema immunitario. Ma a volte il clima marino può innervosire il bambino e rendere preferibili altri luoghi. Quando si pianificano le vacanze, è importante ricordare che il periodo di acclimatazione nel luogo di villeggiatura deve essere almeno di una settimana e che i benefici per l'organismo si sentono dopo due settimane di permanenza».
Ovviamente l'alimentazione non può essere la stessa in riva al mare o tra i camosci. «Se si passano 2-3 ore in spiaggia è bene portarsi dietro sempre della frutta e tanta acqua», suggerisce Trapani. «Merende più sostanziose, a base di pizza e focacce sono sconsigliabili per l'alto contenuto di sale e grassi, e inoltre levano l'appetito per i pasti principali. In più sono alimenti pesanti, lunghi da digerire, e se si vuole andare in acqua sentirsi lo stomaco pieno non è il massimo». Ma quanto tempo deve passare tra la merenda e il bagno?«Dopo un panino o un gelato, meglio se alla frutta, il bambino può bagnarsi subito, avendo l'accortezza di entrare lentamente in acqua, evitando i tuffi improvvisi», risponde il pediatra.
In montagna tutto cambia. «Durante le passeggiate, è meglio non mangiare e bere poco, come snack concedersi solo cioccolato nero e frutta estiva acidula, per stimolare la salivazione», consiglia Trapani. «Quando si pranza, mettersi all'ombra, e non riempirsi d'acqua prima di mangiare, meglio bere dopo il pasto». Evitare di portare nello zaino cibi che irrancidiscono facilmente come i salumi, preparando panini sostanziosi con uova sode e insalata o pomodoro e formaggio, per esempio. «Meglio evitare snack e barrette industriali, apportano calorie vuote che fanno ingrassare, disperdendo così il beneficio dell'attività fisica» puntualizza Trapani.