Perché le api raccolgono il polline?
Innanzitutto, che cos’è il polline? È una polvere colorata costituita da granuli microscopici contenuti nei fiori. Questi granuli sono le cellule riproduttrici maschili della pianta. Il polline viene trasportato (dal vento o in altri modi) fino a raggiungere i pistilli, gli organi femminili dei fiori, perché siano fecondati e si formino i frutti. Ogni fiore ha polline differente per forma, colore, profumo. Una parte viene raccolto dalle api “bottinatrici” come nutrimento per l’alveare. I prodigiosi insetti aggregano le minuscole particelle con poco miele o nettare e formano dei granuli che trasportano all’alveare in speciali “cestelle”, situate sulle zampe posteriori. Ogni pallottola composta dalle api contiene moltissimi microgranuli di polline, ciascuno dei quali possiede tutte le sostanze nutritive necessarie per la riproduzione della specie da cui proviene.
Come viene raccolto dagli apicoltori?
Nella stagione produttiva le api raccolgono da uno a due chili di polline per alveare, una quantità superiore alle loro esigenze. Gli apicoltori dispongono sulla soglia dell’arnia particolari griglie che ne intercettano una parte. Il resto arriva comunque all’interno dell’alveare dove rappresenta un cibo essenziale per le api nutrici che producono la pappa reale.
Qual è il suo valore nutritivo?
La sua composizione dipende dai fiori di provenienza. Le caratteristiche di base sono però le stesse. Fra i macronutrienti spiccano il 20% di proteine, ricche di aminoacidi essenziali. I grassi sono circa il 5%. Ben rappresentate sono poi le vitamine A, C, D e quelle del gruppo B, fra cui, oltre ai folati, piccole dosi di B12, altrimenti rara nei cibi vegetali. Abbondante è anche la concentrazione di sali minerali tra cui ferro, calcio, magnesio, sodio, potassio, fosforo, rame e manganese. Il polline fornisce, inoltre, fitoestrogeni e composti protettivi, fra cui rutina e quercitina, antiossidanti e antiinfiammatori che hanno, fra le loro proprietà, un ruolo importante nel regolare la permeabilità dei vasi sanguigni.
In che modo identificare il polline di qualità?
Meglio preferire il polline biologico, che garantisce la provenienza da alveari situati in zone lontane dalle coltivazioni convenzionali, e nei quali le api non sono trattate con farmaci. Una novità reperibile in negozi di cibi biologici è il polline fresco, che si conserva sei mesi in frigorifero, in contenitori sigillati, e una volta aperto va consumato entro 15 giorni. Il suo aroma intenso, insieme alla facile solubilità, lo rendono particolarmente gradevole e facile da utilizzare.
Come utilizzarlo?
Il polline è un ottimo integratore alimentare. La medicina naturale ne raccomanda l’uso come ricostituente in caso di stanchezza, depressione, insonnia e difficoltà di concentrazione. È stato studiato per la sua azione antinfiammatoria. L’impiego abituale di polline è, inoltre, d’aiuto a chi svolge un’intesa attività fisica e intellettuale, per stimolare il sistema immunitario. Un cucchiaino al giorno è sufficiente per i bambini, mentre per gli adulti si può arrivare a due cucchiai. Per percepirne gli effetti va usato almeno un mese consecutivo. Non va cotto. Chi soffre di allergia ai pollini deve usarlo con molta attenzione. I granuli essiccati vanno sminuzzati o masticati perché il sottile involucro che li ricopre non è attaccabile dai succhi digestivi.