Perché la pancia si gonfia e si sgonfia come se fosse, appunto, una fisarmonica? Le cause possono essere tante, ma il primo passo da fare è escludere quelle condizioni che hanno l’apparato digerente come bersaglio, come reflusso gastroesofageo, celiachia, intolleranza al lattosio o malattie infiammatorie intestinali (che è sempre bene escludere con lo specialista).
Detto ciò, i fattori scatenanti più comuni possono essere legati sia alle abitudini alimentari che a situazioni particolari legate a stress, forte emotività, oppure al periodo del mese. In effetti le fluttuazioni ormonali delle donne in età fertile giocano un ruolo importante sui gonfiori addominali, basti pensare ai vari disturbi legati alla sindrome premestruale. E anche lo stress influisce pesantemente sull’apparato digestivo, amplificando una condizione di fondo non ottimale. Dormire un numero sufficiente di ore, fare attività fisica in modo regolare e trovare durante il giorno dei momenti per rilassarsi, sono i tre consigli più frequenti per contrastare stress e tensione.
Arrivando all’alimentazione, le radici del gonfiore il più delle volte sono dovute a un eccesso d’aria che viene ingerita mentre si mangia, oppure di gas prodotto dai batteri intestinali come sottoprodotto della digestione di alcuni alimenti. Ma non solo: anche la ritenzione idrica gioca un ruolo: alcuni cibi favoriscono che i liquidi restino “intrappolati” nei tessuti. In tutti questi casi, avere qualche cautela a tavola può aiutare a non aggravare la situazione
- Non ingoiare l’aria
Come è noto, la digestione inizia già in bocca: quando mastichiamo bene i cibi, facilitiamo il lavoro di stomaco e intestino, riducendo così il rischio di lunghe fermentazioni e relativi gonfiori. Ma non solo, masticando con cura e lentamente si ingoia anche meno aria. Inoltre, bere spesso acqua o bibite gassate comporta che si mandino giù anche le bollicine. Infine, mangiucchiare spesso caramelle morbide o chewing-gum (nonché fumare), ovviamente sono tutte abitudini che aumentano la quantità d’aria ingerita. Che una volta nello stomaco dovrà prendere una via d’uscita verso l’alto o il basso, causando un minimo di fastidio in entrambi i casi.
- Buoni ma “gassosi”
La prima cosa da dire è che bisogna seguire, come sempre, i criteri della sana alimentazione. Poi fare attenzione alla quantità e alla qualità dei cibi: per aiutare le funzioni intestinali è bene consumare pasti con porzioni corrette di pietanze facilmente digeribili, cioè semplici o poco elaborate. E quindi ridurre la frequenza di cibi grassi, come salumi, formaggi, piatti con intingoli e salse, fritture, e anche di cibi ricchi di zuccheri semplici, come i dolci. Ma accanto a questi alimenti che possono far “protestare” l’apparato digestivo, ci sono anche salutari alimenti vegetali, che a causa del loro contenuto di fibre (e anche di amidi e di zuccheri) aumentano la produzione di gas intestinali. E sebbene questi gas siano importanti per la salute del microbiota, alcune persone più sensibili possono avvertire un gonfiore eccessivo. Premettendo che la variabilità personale è enorme, ecco alcuni alimenti che più comunemente contribuiscono alla sviluppo di gas.
Tutti i legumi, specie con la buccia; tutti i broccoli e i cavoli; gli asparagi; i carciofi; le cipolle; alcuni cereali come frumento, mais, avena od orzo; frutta zuccherine come anguria, pere, uva; frutta a guscio e semi.
- Un diario dei gonfiori
Invece di eliminare questi alimenti importanti per la salute, l’ideale sarebbe annotare su un diario quando ci si sente gonfi, descrivendo gli ultimi pasti. Quindi prestare attenzione se le reazioni avverse ad alcuni cibi si ripetono e, semmai, parlarne col proprio medico o gastroenterologo. In genere, dopo un eventuale periodo di esclusione, viene consigliato di riprenderne gradualmente l'assunzione abituando l’intestino con piccole porzioni da aumentare con il tempo (e vedere l’effetto che fa, sempre da annotare sul diario).
- Liquidi da liberare
Il tipo di gonfiore dovuto alla ritenzione idrica è diverso da quello dovuto da aria e gas (anche se uno non esclude l’altro). Si ha la sensazione di un fastidioso gonfiore diffuso che però è più stabile e non dà alcuna sintomatologia intestinale o gastrica. A tavola il consiglio è di aumentare il consumo degli alimenti drenanti, con effetto diuretico e ricchi di potassio da una parte, e ridurre quelli ricchi di sodio dall’altra. E poi aumentare l’attività fisica per consentire una corretta circolazione sanguigna: la sedentarietà (e relativa cattiva circolazione) favorisce i ristagni di liquidi. Anche il sovrappeso contribuisce all’accumulo di liquidi.
E qui arriviamo alla questione finale: ma se la pancia fosse in realtà un problema di adipe? L’argomento merita un futuro articolo, ma in genere ciascuno di noi conosce la verità…