(di Barbara Asprea) Per capire il perché l’indice glicemico abbia avuto un effetto così dirompente è necessario fare una piccola premessa. Tutti noi sappiamo che quando mangiamo alimenti ricchi di carboidrati, siano complessi come quelli presenti nei cereali o semplici come il saccarosio, si alza la glicemia, ovvero il livello di glucosio nel sangue. La digestione, infatti, trasforma i carboidrati in glucosio che, una volta in circolazione (aumento glicemico) viene però “intercettato” da un ormone prodotto dal pancreas, l’insulina, che lo farà entrare nelle cellule. Riassumendo: più glucosio proveniente dai cibi entrerà nel sangue e più insulina verrà prodotta. E se l’insulina in circolo è molta, si innescano meccanismi che facilitano la formazione di depositi adiposi: cioè si ingrassa. Anche se il meccanismo, in realtà, è ben più complesso, la sua scoperta ha fatto verificare che sia per perdere peso, sia per ingrassare meno, l’ideale è consumare cibi che abbiano un effetto contenuto sulla glicemia. Grazie proprio all’indice glicemico, che misura la diversa capacità di alzare la glicemia degli alimenti raffrontati col glucosio che ha valore 100, questo è finalmente diventato possibile. A tutto vantaggio della linea e della nostra salute.
Ecco sette giorni di menù per mantenere basso l’indice glicemico