A un certo punto bisogna smettere di seguire una dieta e tornare, magari gradualmente, a una dieta libera. Non per niente in genere gli specialisti prescrivono la cosiddetta dieta di mantenimento. Non più una dieta dimagrante, quindi, ma un regime alimentare calcolato sui nuovi fabbisogni calorici che il calo di peso ha provocato, basata sui principi di sana nutrizione. In pratica si continua a supportare la persona anche quando, teoricamente, non servirebbe più.
Questo senso d’abbandono, comune a molti, ovviamente si riduce parecchio se durante la dieta si sono acquisiti gli strumenti necessari per andare avanti. A cominciare dall’avere imparato a cucinare in modo più leggero o a sapere scegliere i piatti più giusti al ristorante. Insomma, anche in questo caso è importante diventare autonomi e attrezzati per prendere il largo con sicurezza: più ci si sente insicuri e più sarà facile ritornare indietro. Un consiglio che si può anche dare alle persone più prudenti, è quello di abbandonare il proprio piano dietetico gradualmente: fare due settimane controllate e poi due settimane libere e poi solo una settimana controllata e così via. Ovviamente tutto dipenderà se il peso rimarrà abbastanza stabile oppure no. E va anche ricordato che i nostri consigli sono rivolti a chi non ha bisogno della consulenza di una specialista in quanto sovrappeso od obeso, ma che ha gestito quei pochi chili in più che ogni tanto vengono e vanno e, appunto, ogni tanto ritornano…
- Guardarsi dentro
Quand’è che si riprendono i chili perduti e magari con gli interessi? Quando non si è riusciti a modificare in modo permanente il proprio stile di vita, una condizione necessaria per affrontare in modo risolutivo il sovrappeso. In altre parole: la cosiddetta dieta dimagrante da sola non basta, a meno che i pochi chili messi su non siano dovuti a un avvenimento particolare che ha causato una perturbazione nelle proprie abitudini alimentari, come un trasferimento, per fare un tipico esempio. Insomma, sarebbe bello ma non possiamo considerare uno schema dietetico allo stesso modo di una cura a base di antibiotici: finito il ciclo e guariti la vita riprende come prima.
E invece, specie se non è la prima volta che la bilancia sale e scende, non si possono riprendere le abitudini di vita di prima (alimentazione scorretta, vita sedentaria) e se lo si fa, è solo questione di tempo per annullare i risultati acquisiti con tanta fatica. Inoltre la composizione corporea sarà cambiata e ci si ritroverà più grassi e meno muscolosi rispetto a come si era prima della dieta. Insomma, bisognerebbe approfittare di quel periodo controllato che è la dieta per conoscersi meglio, imparare ad affrontare i propri punti deboli e gettare le basi di un nuovo comportamento alimentare rispettoso sia dei propri gusti che della salute. Non è facile, ma è fondamentale, e poi ognuno farà quel che può, ma almeno sapere che bisogna avere la forza di cambiare qualcosa di se stessi è già un primo passo.
- Continuare a pesarsi serve
Secondo dati USA, il 75% delle persone che riescono a mantenere il dimagramento si pesa almeno una volta alla settimana. Pesarsi con regolarità è molto utile perché si può intervenire in modo abbastanza tempestivo. Se alla fine di una dieta è abbastanza normale recuperare uno o due chili - dipende anche da quanto si è perso - diventa poi importante controllare che dopo questo gradino il peso rimanga sostanzialmente stabile. Se invece ci si accorge che l’ago della bilancia continua a spostarsi verso destra, meglio cambiare subito rotta, magari riprendendo la dieta per qualche settimana oppure correggere qualche cattiva abitudine che si è ripresa (tipo gli spuntini dolci serali). Oltre alla bilancia, anche il metro da sarta può essere utile per valutare se oltre al peso anche i volumi del corpo stanno ricrescendo (e a questo proposito, in questo post si parla di come usare il metro da sarta e le sue virtù). Insomma, è fondamentale non mettere la testa sotto la sabbia ma riprendere subito il controllo della situazione: è inutile rinviare rischiando di riprendere tutto il peso perduto o quasi. E più si aspetta e più tempo e fatica si faranno in seguito.
- Un anno diverso dagli altri
Secondo la ricerca, il periodo più a rischio per ricominciare a ingrassare parte da sei mesi fino a un anno dalla fine della dieta. Con il passare del tempo in molti abbandonano uno stile alimentare bilanciato e ricominciano a ingrassare. Un vero peccato perché, sempre secondo la ricerca, più a lungo si mantiene il dimagramento, anche se con qualche normale oscillazione di peso, e più l’organismo si “abitua” al nuovo peso forma, stabilizzandosi.
Insomma, bisogna insistere, magari rafforzando le ragioni per le quali si era deciso di dimagrire. Gli esperti di Harvard, ad esempio, consigliano tutta una serie di strategie da adottare quando la determinazione di restare in forma inizia a indebolirsi. Come fare un lista oppure scrivere una lettera a se stessi elencando i motivi per i quali si era deciso di dimagrire, dalle ragioni di salute a quelle estetiche o familiari. E poi mettere questa lista in vista o in un cassetto e leggersela la ogni tanto: della serie repetita juvant. Anche attaccare sul frigo delle foto di prima e dopo la dieta possono giovare a rinforzarsi. Oppure premiarsi con delle gratificazioni non alimentari per essere riusciti a mantenere le nuove abitudini alimentari. O infine frequentare più spesso gli amici che hanno un rapporto sano con il cibo e con i quali condividere l’attività sportiva. E arriviamo così all’ultimo punto ma che per importanza, dovrebbe stare al primo posto.
- Più della dieta fa il movimento
L’esercizio fisico è decisivo specialmente per non riprendere i chili smaltiti, più che per dimagrire - a meno che non si tratti di una attività sportiva molto intensa e regolare. La sedentarietà, al contrario, è la migliore amica del sovrappeso e del grasso, mentre fare sport, anche in maniera blanda ma continua, salva la muscolatura, la rinforza e stimola il metabolismo. In effetti è uno strumento particolarmente efficace per aiutare a compensare il rallentamento del metabolismo che tipicamente accompagna la perdita di peso (l’organismo, specie se sedentario, in effetti, dopo un po’ si abitua a mangiare meno riducendo la spesa energetica). In altre parole, muoversi di più comporta solo vantaggi e aiuta il corpo a non riprendere il peso perduto. Ovviamente a seconda delle condizioni fisiche, dell’età, sarà importante progettare un’attività personalizzata che sia facile da praticare in modo stabile e sicuro. E oltre al peso, anche la mente e la salute in generale se ne gioveranno. Innescando così un circolo virtuoso che terrà a bada lo stress, la fame nervosa e vivere senza avere più paura della bilancia!