Novità dalla ricerca
Caffè: gli effetti che non ti aspetti

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Non solo caffeina. Nei chicchi di caffè si trovano tante sostanze diverse che, secondo alcune recenti ricerche, possono rallentare l’invecchiamento della pelle oppure favorire il dimagrimento. Ecco una breve panoramica delle scoperte più recenti

I numeri sono impressionanti: ogni giorno in Italia vengono bevute circa 95 milioni di tazzine, con una media di 1,6 a persona. Insomma, non c’è da stupirsi se siamo il settimo paese al mondo per consumi. E siccome la pausa caffè rappresenta anche uno dei piacevoli momenti di socialità con amici o colleghi, ecco qualche curiosità interessante proveniente dalla ricerca scientifica che può diventare anche uno spunto di conversazione mentre si sorseggia la tazzina.

  1. Non fa male alla pressione (alta)

Il primo lavoro, pubblicato sul Journal of Hypertension, parla tutto italiano, essendo coordinato dall’Università di Milano-Bicocca. Dedicata all'impatto del consumo quotidiano di caffè sulla pressione arteriosa, la ricerca è durata 10 anni e ha coinvolto circa 1.400 persone. Durante questo periodo ai partecipanti, suddivisi in base al loro consumo quotidiano di caffè, è stata misurata la pressione arteriosa in diversi contesti, ossia in casa, in ufficio, in un ambulatorio e con l’esame Holter sulle 24 ore (un esame che registra l’attività cardiaca tramite un apparecchio che si indossa).

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I risultati hanno mostrato che un consumo moderato (una-due tazzine) o elevato (tre tazzine) non causava un aumento significativo della pressione a lungo termine. Inoltre non sono emerse differenze rilevanti tra consumatori e non consumatori di caffè riguardo all'insorgenza di ipertensione nel tempo. Anzi, il caffè potrebbe persino avere un effetto leggermente benefico sulla pressione sistolica (la cosiddetta massima). Anche per chi soffre di ipertensione, è emerso che bere fino a cinque caffè al giorno non sembra costituire un rischio, in accordo alle raccomandazioni dell'EFSA, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare. Che, a eccezione di alcune categorie, come le donne in gravidanza, considera sicura una dose fino a 400 mg di caffeina al giorno (equivalente a cinque tazzine, visto che in media una ne contiene circa 80 mg).

  1. Azione bruciagrassi

Da anni l’azione stimolante sul metabolismo della caffeina è oggetto di studio per contrastare, anche leggermente, il sovrappeso. Ma questa nuova ricerca, pubblicata su Nutrients, si è concentrata dell’impatto sulla perdita di peso (o, meglio, di grasso corporeo) esercitata del cafestolo, una sostanza naturale che rimane, in particolare, nel caffè non filtrato. Ad esempio come quello alla turca, dove la polvere rimane nella tazzina, oppure come quello ottenuto con la French press, una specie di brocca-caffettiera dove si versa dell’acqua bollente e il caffè macinato viene poi schiacciato con una pressa.

Condotto dalla danese Aarhus University, lo studio ha avuto una durata di 12 settimane. I volontari sono stati divisi in due gruppi: al primo sono stati somministrati, per due volte al giorno, 6 mg di cafestolo, e il placebo al secondo. Alla fine della sperimentazione i partecipanti del cafestolo avevano perso circa 880 grammi, mentre il gruppo placebo si era ingrassato di 920 grammi. Il dato da evidenziare è stata la riduzione, sempre del gruppo del cafestolo, del volume di grasso viscerale, in media di 400 millilitri, noto per essere un importante fattore di rischio per le malattie cardio-metaboliche. Se i risultati dello studio sono interessanti perché suggeriscono un effetto del cafestolo sul metabolismo dei grassi, non si sono, però, riscontrati miglioramenti significativi nella sensibilità all'insulina o nella tolleranza al glucosio, nonostante la lieve perdita di peso e grasso. Insomma, sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio come agisca sul metabolismo e per valutare la sua sicurezza e efficacia a lungo termine. Nel frattempo, chi ama il caffè alla turca o con la “caffettiera francese” ha un motivo in più per sorseggiarli.

  1. Un antirughe naturale

E finiamo con uno egli effetti meno conosciuti del caffé: quello di anti-age per la pelle. Ne parla un recente lavoro pubblicato sul Journal of Cosmetic Dermatology, secondo il quale il consumo di caffè può rallentare i segni dell'invecchiamento della pelle del viso. I ricercatori hanno confrontato i dati raccolti di oltre 16mila europei riguardo al consumo di quattro bevande molto popolari: caffè, tè, alcol e bibite zuccherate. Tra queste, solo il caffè ha mostrato una significativa associazione con un rallentamento dell'invecchiamento cutaneo. Il merito sarebbe degli alti livelli di polifenoli, composti antiossidanti presenti anche nel caffè tostato, che combattono lo stress ossidativo e l'infiammazione. In particolare, sembrerebbe che il caffè sia in grado di migliorare l'elasticità della pelle e l'idratazione, ritardando così la comparsa di rughe e altri segni di invecchiamento.

Un aspetto importante riguarda il tipo di tostatura, come ha evidenziato un altro studio di qualche anno fa pubblicato sul Journal of Medicinal Food. I chicchi di caffè tostati leggermente sono considerati più benefici per la pelle rispetto a quelli soggetti a tostature più aggressive, poiché conservano una maggiore quantità di polifenoli. (Inoltre la tostatura più delicata è comunque un indice di qualità e salvaguarda meglio le componenti aromatiche). Per chi cerca il massimo beneficio cosmetico, sembra che il nostro espresso all’italiana - sempre che venga fatto con caffè tostato ad arte - sia preferibile rispetto al caffè filtrato, detto all’americana, grazie al suo contenuto più concentrato di polifenoli.

Per ottenere gli effetti anti-età, gli esperti suggeriscono di bere almeno due-tre tazzine di caffè al giorno, senza però esagerare con zucchero o aggiunte grasse (tipo la panna), che invece possono danneggiare il collagene della pelle (oltre a dare calorie che non servono). In effetti, il caffè nero è il top.

 

Caffè: gli effetti che non ti aspetti - Ultima modifica: 2024-10-07T07:27:55+02:00 da Barbara Asprea

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