Novità dalla ricerca
Dermatite atopica: mai provato a ridurre il sale?

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Chi esagera col sale rischia di avere una forma più seria di dermatite atopica o eczema. Così sostiene un nuovo studio USA che ha trovato un’associazione tra sodio e salute della pelle e ha aperto un nuovo interessante filone di ricerca su questo disturbo spesso di origine sconosciuta

La pelle si arrossa, si secca tantissimo, comincia screpolarsi e a dare un forte prurito: questi i tipici primi segnali della dermatite atopica, “bestia nera” dei dermatologi perché spesso la sua causa rimane sconosciuta. Come ben sanno le persone che saltuariamente ne soffrono a livelli più o meno seri. E che stanno diventando sempre di più: la prevalenza della dermatite è in costante aumento e si ritiene per cause non soltanto genetiche. Di conseguenza la ricerca scientifica sta cercando di individuare i possibili fattori scatenanti ambientali per individuare delle terapie più mirate ed efficaci.

Eczema e dieta

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Tra i possibili fattori scatenanti un ruolo di primo piano è ricoperto dall’alimentazione, come è facile evincere dai tantissimi studi dedicati all’argomento. Solo per fare un esempio, già una decina di anni fa un lavoro pubblicato su Thorax aveva individuato nei bambini, consumatori regolari di fast food, una maggiore presenza di eczema (ma anche di asma e rinocongiuntivite), anche se non era stato possibile trovare un effettivo rapporto di causa ed effetto. Ma siccome una caratteristica del cibo normalmente venduto nei fast food è quella di essere estremamente sapido, ecco un collegamento con il recentissimo studio appena pubblicato su Jama Dermatology, che ha come focus il ruolo del sale nella comparsa della dermatite atopica.

La ricerca, in breve

Per l’indagine in questione, il team di studiosi dell’Università della California di San Francisco si è basato sui dati clinici di oltre di 215 mila adulti presenti nel database britannico UK Biobank (che raccoglie informazioni genetiche, di stile di vita e di salute da mezzo milione di persone). Tra questi, quasi 11mila persone (circa il 5 per cento) aveva ricevuto una diagnosi di dermatite atopica con relativo trattamento. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che una maggiore quantità di sodio rilevata nei campioni di urina di questi soggetti era associata a un aumento del rischio di avere una forma più grave di eczema. L’aumento di un grammo nell’assunzione giornaliera di sale è stato associato a un aumento del rischio di eczema più serio dell’11 per cento. Certo, si tratta di un aumento del rischio abbastanza limitato che però ha aperto la strada per ulteriori ricerche ancora più mirate su sodio e pelle.

In effetti, i ricercatori hanno trovato un possibile link tra questo minerale e la dermatite, visto che, essendo il sodio presente nell’epidermide, potrebbe innescare un’infiammazione cutanea. Va però sottolineato che l’eccesso di sale o, più precisamente, di sodio, va considerato come uno dei tanti fattori che possono dare l’eczema, e che esiste una grande variabilità personale. In altre parole, solo per certe persone predisposte alla dermatite, ridurre il sale potebbe servire per ridurre anche l’eczema. Tuttavia, va detto che gli stessi autori dello studio, prima di ufficializzare il consiglio di ridurre il sodio per ridurre la gravità della dermatite atopica, hanno in programma altri studi più specifici.

Meno sale? Male non fa

Ma siccome non superare le dosi consigliate di sale è importante per la salute dell’apparato cardiocircolatorio (vedi questo post a proposito) e visto che secondo l’Istituto Superiore di Sanità un italiano in media introduce quotidianamente 10 grammi di sale, ossia il doppio di quanto consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, chi soffre di dermatite atopica grazie a questo nuovo studio ha una ragione in più per ridurre il sale e, magari, vedere se anche la sua pelle se ne accorge.

Dermatite atopica: mai provato a ridurre il sale? - Ultima modifica: 2024-06-21T10:59:33+02:00 da Barbara Asprea

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