Sappiamo che una dieta corretta ed equilibrata favorisce le prestazioni del nostro cervello, anche se non sempre i meccanismi sul perché ciò accada sia conosciuto. Per fortuna un nuovo studio dell'Università dell’Illinois appena pubblicato sulla rivista NeuroImage contribuisce a fare luce sul rapporto tra dieta e cervello in quanto ha disvelato il meccanismo che sta alla base dell’effetto positivo sulle prestazioni cognitive esercitato da una classe di grassi, ossia i monoinsaturi (MUFA). Questi acidi grassi sono particolarmente abbondanti nel “nostro” amato olio di oliva extravergine (acido oleico) e negli altri oli ma anche in altri alimenti vegetali come la frutta a guscio e il “grasso ma sano” avocado.
Lo studio in questione ha coinvolto un centinaio di anziani in salute incrociando la quantità di acidi grassi trovati in campioni di sangue, i risultati di test che misurano l'efficienza delle reti cerebrali e i risultati dei test di intelligenza generale.
"Il nostro obiettivo è capire come l'alimentazione possa venire usata per sostenere le prestazioni cognitive e per studiare i modi in cui l'alimentazione possa influenzare l'organizzazione funzionale del cervello umano", ha affermato Aron Barbey, professore di psicologia e tra i firmatari dello studio. "Questo è importante perché se vogliamo sviluppare interventi nutrizionali che risultino efficaci per migliorare le prestazioni cognitive, dobbiamo capire le modalità con cui questi nutrienti influenzano la funzione del cervello. I nostri risultati forniscono una nuova prova che i MUFA siano correlati a una rete cervicale molto specifica e all'ottimizzazione della rete funzionale".
Come non concludere con questa bella spaghettata “intelligentissima” con avocado e anacardi?