Strano ma vero. Può succedere che alimenti famosi – e perciò consumati – per alcune proprietà, in realtà con il tempo risultino più interessanti per altre virtù. Come ad esempio gli spinaci, considerati una bomba di ferro utile per l’anemia, o il pesce consigliato per la memoria grazie al fosforo (ma in realtà ora sappiamo che sono altre le sostanze nutritive importanti in questi alimenti).
Più o meno sta accadendo la stessa cosa con le prugne secche, un alimento molto amato dalle nonne, ma non solo. Insieme alle albicocche, le prugne secche, grazie al loro sapore naturalmente dolce, una volta ridotte in tocchetti vanno ad arricchire lo yogurt del mattino o della merenda, e compaiono in tanti dolci dove prendono il posto dello zucchero, o quasi.
Dalla pancia alle ossa
Tuttavia, risultano interessanti anche grazie al loro profilo nutrizionale: sono una buona fonte di minerali (specie potassio, e poi fosforo, calcio e ferro), vitamina K, composti fenolici e fibre alimentari. Ed è proprio a causa di queste ultime che tradizionalmente le prugne secche vengono consigliate per risvegliare un intestino pigro. Un classico consiglio che si dava era quello di ammollarle in un po’ d’acqua e poi al mattino assumerle insieme alla loro acqua che, nel frattempo, si era fatta dolce.
La novità che farà vedere in un modo diverso questo alimento un po’ vintage, arriva da una ricerca da poco pubblicata sulla rivista Advances in Nutrition, nella quale si afferma che le prugne secche farebbero bene anche alla salute delle ossa, specie delle signore dopo la menopausa. Quando la demineralizzazione dello scheletro e l’osteoporosi diventano una concreta minaccia (che per fortuna, si può anche allontanare o rallentare con un corretto stile di vita).
Un team di ricercatori della Pennsylvania State University, ha analizzato i dati di vari studi già effettuati sulle prugne secche e che avevano riscontrato un loro effetto sia antinfiammatorio che antiossidante. Con un conseguente miglioramento della densità delle ossa in chi ne fa un consumo regolare. Ad esempio, alcuni studi clinici hanno scoperto che mangiare 100 grammi di prugne (circa 10 prugne) ogni giorno per un anno ha migliorato la densità minerale ossea delle ossa nell'avambraccio e nella parte inferiore della colonna vertebrale (va però detto che una dose del genere è decisamente sconsigliata, sia per l’apporto di calorie che zuccheri). Oppure che nelle donne che consumavano dai 50 ai 100 grammi di prugne al giorno per sei mesi, si è fermata la perdita della densità minerale ossea totale e si è ridotto un marker del riassorbimento osseo, rispetto alle donne che non mangiavano questo tipo di prugne. Può essere utile sapere che la porzione consigliata di prugne secche in Italia è di 30 grammi, che fornisce 70 calorie: uno spuntino sano che non mette a rischio la linea. Contribuendo in piccola parte alla salute dello scheletro.
"Nelle donne in post-menopausa, i livelli più bassi di estrogeni possono innescare un aumento dello stress ossidativo e dell'infiammazione, aumentando il rischio di indebolimento delle ossa che può portare alle fratture", ha affermato Connie Rogers, docente di Scienza della nutrizione, nonché tra gli autori della ricerca in questione. “Incorporare le prugne nella dieta può aiutare a proteggere le ossa rallentando o invertendo questo processo". Sperando che le prossime ricerche confermino questi dati anche con porzioni più ridotte.
Un’alleanza tra intestino e ossa
Da sottolineare, infine, un’affermazione dei ricercatori secondo i quali le prugne secche, grazie alla loro composizione nutrizionale (fibre comprese) hanno il merito di innescare un cambiamento positivo nel microbioma intestinale. Un fenomeno che ha come conseguenza una riduzione dell'infiammazione nel colon e una diminuzione dei livelli di sostanze pro-infiammatorie come le citochine e alcuni marcatori di danno ossidativo.
Insomma, ancora una volta le nostre nonne ci avevano visto giusto mangiando ogni giorno qualche prugna secca…