Già in precedenza avevamo scoperto che imparare a cucinare (vedi questo post sull’argomento) basandosi sui criteri di una dieta salutare, poteva aumentare nei giovani universitari il benessere mentale e l'autostima. Oggi arriva un'ulteriore conferma che un’alimentazione, basata sui criteri della dieta mediterranea e ricca di alimenti vegetali, può anche migliorare il tono dell’umore nei giovani che tendono alla depressione. E in effetti, che ci sia un legame tra cibo e umore è cosa nota (vedi quest'altro post dedicato). Tanto che sta emergendo una nuova disciplina chiamata psichiatria nutrizionale, con l'obiettivo di esplorare l'effetto che specifici nutrienti, alimenti e modelli dietetici possono esercitare sulla salute mentale.
La ricerca, in sintesi
Lo studio, da poco pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition, è stato condotto dall’australiana University of Technology di Sydney e, secondo gli autori, si tratta del primo studio clinico randomizzato a valutare l'impatto di una dieta mediterranea sui sintomi della depressione nei giovani uomini con un’età compresa tra 18 e 25 anni.
Il team di ricercatori per 12 settimane ha invitato una parte dei partecipanti, tutti con diagnosi di depressione, a seguire una dieta mediterranea con l’obiettivo di migliorare la qualità della loro alimentazione. Da una parte aumentando il consumo di alimenti integrali, legumi, vegetali colorati, pesce grassi (ricchi di omega tre, sostanze preziose per il sistema nervoso), olio d'oliva, frutta a guscio consumata al naturale (altra fonte di omega tre). Dall’altra diminuendo l'assunzione di cibi ricchi di zuccheri, alimenti a base di carni rosse trasformate e i tipici piatti dei fast food. "Siamo rimasti sorpresi da quanto i ragazzi fossero disposti a intraprendere una nuova dieta", ha detto Bayes. "Coloro che sono stati assegnati alla dieta mediterranea hanno potuto modificare in modo significativo le loro diete originali, sotto la guida di un nutrizionista, in un breve tratto di tempo". All’altro gruppo, cosiddetto di controllo, è stato fornito un leggero supporto di tipo psicologico ma la dieta non è stata toccata.
Alla fine del periodo, il gruppo della dieta mostrava un miglioramento del tono dell’umore rispetto all’altro gruppo: "Molti dei nostri partecipanti erano desiderosi di continuare la dieta una volta terminato lo studio, il che mostra quanto efficace, tollerabile e utile abbiano trovato l'intervento", prosegue Bayes. E i risultati sono stati talmente incoraggianti che secondo i ricercatori, la parte nutrizionale dovrebbe diventare una componente importante del trattamento della depressione clinica. Un nuovo approccio multidisciplinare dove allo psicoterapeuta si affianca anche il nutrizionista. E in effetti, la scienza ha trovato tanti link tra cibo e umore: “Ad esempio, circa il 90% della serotonina, una sostanza chimica che aiuta a sentirsi felici, è prodotta nell’intestino dalla flora batterica. Esistono prove emergenti che questi microbi possano comunicare al cervello attraverso il nervo vago, in quello che viene chiamato l'asse intestino-cervello”, conclude Bayes.