Durante la notte fate attenzione se il russatore che vi dorme affianco smette per qualche secondo di respirare per poi risvegliarsi improvvisamente con un sobbalzo, tossendo o ansimando. Grosso modo è quel che accade a chi soffre della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS ossia Obstructive Sleep Apnea Syndrome). Si tratta di un disturbo che colpisce prevalentemente i maschi oltre i 40 anni sovrappeso o obesi, e i fumatori. I sintomi più evidenti: sonnolenza diurna (i soggetti si addormentano anche per pochi minuti appena ne hanno la possibilità), cefalee, disturbi dell’umore e della concentrazione. È importante sottolineare che oltre a influire sul sistema nervoso, questa sindrome è considerata un fattore di rischio per l’ipertensione arteriosa; di conseguenza nelle persone già predisposte come i cardiopatici, può facilitare la comparsa di eventi ischemici. Negli adulti, l’individuo tipo che presenta apnea ostruttiva del sonno è obeso, con un particolare accumulo di grasso e tessuti a livello di faccia e collo. In pratica, il grasso provoca una sorta di ispessimento del tessuto soffice attorno alle vie respiratorie che di conseguenza, durante il rilassamento dato dal sonno, si chiudono più facilmente bloccando il passaggio dell’aria. L’OSAS è un problema molto più diffuso di quanto si pensa: sembra che un americano su cinque ne sia colpito. Ma oltre a dimagrire, per contrastare le apnee notturne è importante ridurre decisamente l’alcol (che aumenta il rilassamento dei tessuti) e il fumo.