Una delle patologie intimamente legate con lo stile alimentare e probabilmente tipica delle ultime generazioni moderne è certamente quella del reflusso gastroesofageo che purtroppo arriva ora a colpire anche nei primi anni di vita e a volte senza che vi siano cause dirette.
Vi è su questa patologia una certa confusione in parte dettata da pregiudizi e false convinzioni che in buona fede ricerche passate hanno consolidato, in parte al fatto che i suoi sintomi possono essere confusi con elementi di disturbi di altre disfunzioni organiche.
Nell’ambito alimentare, ad esempio, per molti è assodata la verità che alimenti come agrumi, pomodori, caffè, cioccolato, fritti, bevande gasate, menta e cibi acidi in generale siano da evitare in maniera assoluta da tutti quelli che soffrono di questo problema.
Una revisione uscita da poco portata avanti da ricercatori dell’Università della Pennsylvania e pubblicata su Current Gastroenterology Report ridimensiona di molto questa verità.
In particolare dimostra come non vi siano prove oggettive che questi cibi indistintamente portano elementi negativi rispetto al reflusso.
Questo perché la patologia ha una forte impronta soggettiva e non tutti i cibi teoricamente incriminati hanno gli stessi effetti su tutte le persone.
Ci suggerisce allora come affrontare la questione un bel articolo in uscita oggi sul Corriere della Sera nel supplemento salute dove potete trovare molti consigli utili.
Con in accompagnamento una mia ricetta di un dolcetto a base di frutta senza alcun dolcificante, ma molto gradevole e intrigante lo stesso malgrado la sua semplicità compositiva.
Ai pregi notevoli della mancanza di dolcificanti per esaltare il dessert si sommano quelli della presenza di abbondante frutta che come spiega l’articolo oltre ad avere una funzione strategica per la salute in generale ha un ruolo positivo anche nel caso del reflusso.
