All’interno della cena dei 6 supercibi antiossidanti programmata alcune settimane fa al ristorante di Abano uno degli alimenti scelti mi era particolarmente a cuore.
Di fatto la mia musa ispiratrice per le migliori composizioni che creo, da tempo parto da questo oro giallo lucente di vita possente e aromi multidirezionali straordinari per creare i piatti.
L’olio da olive è molto più di un semplice condimento, rappresenta in se una storia millenaria che si porta dietro una delle più belle intuizione produttive dell’uomo.
Ma non solo, nell’olio, nell’oliva madre e nell’albero padre sono incuneate emozioni spirituali profonde, storie e leggende di uomini, fiabe, leggende, meditazioni intime e risanatrici, messaggi della dea terra, la bellezza di un mondo che spesso dimentichiamo o racchiudiamo dentro muri di false priorità esistenziali.
Quando intingo il pane fatto con le mie mani, figlio di una pasta madre di oltre venti anni, nell’olio e lo porto alla bocca sento i sensi muoversi tutti, sento la mano che intinge il pane, il profumo che si inebria, il rumore di quando la mollica assorbe il grasso, l’esplosione dell’aroma tra le papille gustative.
Sento soprattutto che questo gesto mi ricollega a mia madre, mio padre, a tutta una generazione che nell’olio ha sempre trovato il conforto da una vita spesso non facile, rivedo i sorrisi di soddisfazione, la consapevolezza di essere poveri ma fortunati degustatori di terra buona, almeno per una frazione della propria esistenza.
All’olio da olive devo tanto.
Per la cena avevo mille e più ricette che dell’olio sono figlie e scegliere era veramente difficile, mi ha aiutato riassaggiare in un momento di ricerca uno degli oli migliori che ho provato in questi anni, quella Grossa di Cassano della mia amica Alessandra.
Sublime! Allora ho voluto che tutta la potenza dell’olio venisse fuori in maniera semplice e fortemente incisiva, mi sono attenuto all’essenzialità, alla precarietà di solo due ingredienti principali sostenuti da due pilastri, l’olio stesso e una delle migliori erbe aromatiche del momento.
Così è nato il piatto che presento oggi, non mi offendete se dite che sa di banale, per me in questo caso è un pregio se per banale si intende un qualcosa che arriva all’obbiettivo di far capire l’olio.
Si fa capire quando intinge tra le sue braccia i sottili fili di asparagi e li incatena grazie all’aiuto dell’amica erba cipollina, si fa capire quando dona alla mozzarella, un elementarità di latte coagulato altro miracolo della “banalità” produttiva umana, un vestito dorato multisensoriale che spiazza anche i più scettici e dubbiosi.
Per me una sinfonia, ma per ascoltarla assoldate il maestro di orchestra giusto, un vero olio da olive, altrimenti lasciate stare.
Nidi di asparagi all’erba cipollina e mozzarella nella banalità sublime dell’olio da olive
Ingredienti per 4 persone:
- 500 g di asparagi verdi,
- 1 cucchiaio abbondante di erba cipollina tritata,
- 400 g di buona mozzarella fresca,
- il miglior olio da olive possibile,
- sale
Preparazione
- Mondare li asparagi dalla parte finale dura e lavarli con cura, scottarli a vapore o lessarli per pochissimi minuti, devono rimanere ancora molto sodi e croccanti.
- Scolarli, intiepidirli e con un coltello tagliarli per il lungo in striscioline, condirli con poco o niente sale, l’erba cipollina tritata e 2-3 cucchiai del miglior olio da olive che avete.
- Procuratevi una buona e vera mozzarella, solo all’ultimo momento tagliatela a bastoncino e conditela semplicemente con generose gocce di olio da olive mettendola nel mezzo dei piatti.
- Circondarla dagli asparagi a striscioline disposti a nido e servire subito accompagnando, immancabilmente, con il miglior pane che riuscite a trovare.