Se dovessimo solo ragionare in termini di vantaggi energetici alcuni ingredienti che usiamo con frequenza nella nostra cucina e nei piatti preparati quotidianamente non avrebbero ragione di esistere, il loro apporto è del tutto irrilevante da questo punto di vista.
Non proprio nullo, in alcuni casi un minima frazione energetica arriva lo stesso, ma indubbiamente al cospetto di alimenti ricchi in grassi, carboidrati e proteine del loro ruolo si potrebbe pensare di fare a meno vista la scarsa resa operativa.
Non mi riferisco tanto, come forse potrebbe apparire, alle altre sostanze nutrizionali come vitamine e sali minerali, anche perché il loro ruolo è altro, non certo energetico.
Parlo di veri e propri cibi quali erbe aromatiche e spezie che hanno in dotazione nativamente, salvo alcune eccezioni, ben poche risorse sfruttabili dall'organismo.
Quelle poche per altro sono poi presenti nei singoli piatti in frazioni piccolissime a causa dell’invadenza organolettica e sensoriale ben conosciuta da tutti.
Ci si potrebbe chiedere allora perché sono così massicciamente presenti in cucina, in particolare in alcune culture gastronomiche.
I motivi sono molteplici e potremmo scrivere fiumi di considerazioni, i più semplici sono comprensibili a tutti e riguardano il miglioramento della qualità del piatto finale.
Poi potremmo aprire capitoli che riguardano il contenimento dei grassi e delle sostanze condenti fin troppo energetiche, riferire della capacità di esaltare al meglio determinate categorie di alimenti altrimenti poco usufruibili, analizzare la stupefacente capacità di legare tra loro sostanze molto diverse.
È chiaro quindi che nel mondo della cucina e dei suoi frutti finali gli elementi da tenere in considerazione sono di molteplice derivazione e il fatto che portino o meno energia, potremmo parafrasare reddito riferendoci alla sfera dell’economia, ha un importanza relativa.
Per il semplice motivo che pur non portando “reddito” riescono lo stesso ad arricchire e migliorare il profilo benefico di ricette e piatti finali.
Abbiamo per così dire un senso di democrazia pratica estremamente più spinto ed evoluto nel cosmo cucina di quanto non troviamo nel mondo esterno.
E magari sarebbe il caso di studiare meglio il modello e capire nel profondo il motivo per cui elementi “nulla facenti” in termini di redditività energetica siano lo stesso ben accolti e costantemente presenti e come sia proprio la loro diversità a essere motivo di pregio e utilità finale!!!