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Nel periodo più duro e difficile di questa crisi globale la pasta ha rappresentato un oasi di conforto e sana alimentazione in cui tuffarsi e rifugiarsi, una tendenza non solo ed esclusivamente Italiana, ma che ha coinvolto molte altre popolazioni in cerca di una rassicurante gratificazione sensoriale!!

I consumi di pasta e dei generi alimentari più comuni hanno registrato interessanti dati di aumento esponenziale in un anno particolare come il 2020 che ha visto molti sconvolgimenti nelle nostre vite costrette a fermi, restrizioni, cambiamenti sociali e relazionali.

Il trend di questo consumo di pasta maggiorata non ha riguardato come si potrebbe pensare in un primo momento solo l’Italia, ma si è esteso a macchia d’olio a gran parte delle nazioni che già in passato hanno dimostrato di saper apprezzare molto il nostro piatto nazionale.

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Pasta in quantità quindi in paesi come Stati Uniti, Germania, Francia, Gran Bretagna e dove l’esportazione della produzione Italiana di qualità ha grande successo a discapito delle tante imitazioni presenti.

Indicazioni e dati derivano da un indagine commissionata a DOXA da parte di alcune aziende del settore alimentare in occasione del World Pasta Day celebrato di recente.

Nei mesi più duri e bui del lockdown in Italia 1 persona su 4 ha aumentato il consumo di pasta rifugiandosi in questo prodotto alimentare che da sempre ha un “indice di conforto” estremamente elevato portando per altro alla memoria ricordi, sapori e aromi del passato.

Del resto siamo in una paese in cui il 98% della popolazione porta in tavola la pasta con frequenza, nel 60% dei casi tutti i giorni, per un consumo annuo procapite di ben 23,1 kg!

Ma anche all’estero come dicevo in questo strano e particolare 2020 non si è scherzato in fatto di pasta: la maggioranza della popolazione di americani, francesi, inglesi e tedeschi mediamente mangia pasta da 1 a 4 volte a settimana senza contare tutte le altre nazioni che amano in particolare la nostra cucina!

Rispetto al lockdown probabilmente a favore della pasta ha giocato la sua estrema praticità, facilità di stoccaggio e lunga conservazione che ne ha favorito grandi scorte, ma tutto questo sempre prescindendo da un immagine di cibo buono, caldo, sano, confortante e ad alta gratificazione sensoriale.

Curiosi anche i dati sulle preferenze dei formati: gli italiani tendono a scegliere più la pasta corta e rigata, inglesi e americani sono più attratti e suggestionati dai formati lunghi, ai tedeschi piace in particolare la pasta fresca sia semplice che ripiena, mentre i francesi prediligono le versioni corti e lisce.

Abbastanza impressionanti anche i dati produttivi globali, ben 16 milioni di tonnellate di pasta hanno invaso quasi ogni mercato mondiale contribuendo a far apprezzare sempre di più questo prodotto alimentare di punta che se ben inquadrato in una dieta attenta con l’abbinamento corretto ad abbondanti vegetali risulta essere una scelta saggia e sana.

E allora in questo periodo dell’anno potremmo consumare queste ottime Farfalle integrali con broccoletti e salsa di sedano rapa, oppure scegliere delle Pennette integrali con verza e salsa alla curcuma, senza dimenticare questi squisiti Semplici fusilli con indivia belga e semi di papavero!

nidi di tagliatelle colorate

Più pasta per consolarsi dalla crisi - Ultima modifica: 2020-11-13T10:30:24+01:00 da Giuseppe Capano

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