Nel nuovo numero di Cucina Naturale da pochi giorni in edicola mi occupo di un ortaggio che ben si addice alla rubrica in cui è inserito in quanto spesso gran parte del suo prezioso carico di salute viene impunemente sprecato in quanto ritenuto poco utile.
Del resto lo insegnano, almeno prima in quella che frequentavo io mentre ora spero proprio sia diverso pur non giurandoci più di tanto, anche alla scuola alberghiera che ciò che conta di questo ortaggio è il fusto pulito e lindo mentre tutto il resto non serve se non per fare giusto un brodo.
Un peccato mi è sempre sembrato tanto che di istinto ho sempre cercato soluzioni alternative all’uso di quelli che solo in apparenza sono scarti, anche per questo mi è venuto molto facile scrivere un articolo tutto dedicato all’ottimo e croccante sedano verde.
Per altro le sue virtù sono talmente rilevanti che faremmo un doppio torto a buttarne via anche solo una foglia, basti pensare a come la sua sua essenza interna stimolante chiamata sedanina sia un potente fattore di regolarizzazione della digestione e assorbimento preventivo dei gas prodotti dall’apparato digerente durante il suo funzionamento.
Questo in particolare se il sedano viene consumato a crudo il che non è per nulla difficile se si ha l’accortezza di tagliare i sui gambi compresi di foglie in fettine molto sottile e chiedere in aiuto l’appoggio del solare limone insieme a dell’intenso olio extravergine d’oliva.
Così crudo da solo per il massimo della freschezza e digeribilità o in allegria compagnia alternativamente con delle scaglie di formaggio stagionato, della frutta secca in guscio o dei semi oleosi tostati, dei rossi pomodorini, filetti di acciughe e olive o qualche coda di gambero scottata a vapore.
Ma il sedano verde è anche molto ricco di fibre lo si intuisce bene anche solo nella fase di pulizia dove spesso viene indicato di togliere i tipici fili delle coste che onestamente ha senso togliere solo in caso di esemplari di sedano verde vecchi, appassiti o mal conservati.
Cosa che non dovrebbe accadere mai visto che è fortemente consigliabile per mantenere intatte tutte le sue proprietà nutrizionali consumarlo entro al massimo una settimana e preferibilmente anche meno, per cui meglio decisamente comprarne poco e spesso.
In ogni caso questi fibre fanno un eccellente lavoro di spazzini interni all’organismo, ad esempio lo ripuliscono da parte dei trigliceridi e colesterolo prodotto, oltre ad aumentare di molto la classica e benevola sensazione di “pancia piena” spezzando di fatto lo stimolo della fame!
Un ortaggio come altri ricco di acqua o meglio di un succo molto speciale (tanto da comparire spesso in centrifughe e estratti) dall’alto potere diuretico utile per combattere la ritenzione idrica e ridurre gli stati infiammatori grazie al supporto della vitamina A.
E non è finita qui perché il sedano verde contribuisce anche in maniera interessante su un fronte della salute molto delicato, quello della pressione alta, alcuni suoi fitonutrienti, infatti, facilitano il controllo della pressione del sangue e sono un valido alleato per il contrasto all’ipertensione.
E per stimolarvi nella lettura dell’articolo vi elenco le tre belle e buone ricette che ho inserito: *Gnocchi di patate e sedano con ragù piccante di ortaggi, *Insalata di calamari e sedano in salsa verde al limone, *Crocchette al sedano con condimento di foglie!
Questo verde e profumato ortaggio ha però anche una sua spiccata e intensa sapidità, una caratteristica nota da tempo e che ha giustamente fatto intuire già secoli fa come si potesse trasformare in un insaporitore alternativo al comune sale da cucina con tutta una serie notevole di vantaggi pratici.
Parlo del sale di sedano appunto nell’articolo presente sul numero di giugno e sulla rivista potete leggerne la procedura, ma dalla base che descrivo si può partire per creare una serie di varianti molto interessanti che saranno oggetto di approfondimento in un prossimo intervento qui sul blog, tempo di organizzarmi con foto e testi!!!