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Di fronte a una zuppa fumante mentre bramiamo per gustarla senza tante remore ci si pone subito un problema concreto dato dall’estrema temperatura in cui si presenta a tavola e dall’impossibilità di consumarla tale e quale, intervengono allora due gesti contemporanei più o meni istintivi che risolvono in gran parte il problema, soffiare e mescolare, in un meccanismo efficiente che è interessante conoscere meglio!!

Quando nel freddo dell’inverno siamo di fronte a una zuppa o una minestra soffiare e mescolare il cibo che abbiamo di fronte fa parte di quella vasta categoria di gesti innati legati alla cucina e all’alimentazione che automaticamente facciamo senza pensarci troppo.

Perché soffiare e mescolare ci risolve un problema e questo ci basta, la soluzione è effettivamente efficace, nessuno si chiede il motivo ne cerca una soluzione alternativa come è comprensibile vista la praticità dell’azione in se.

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Tuttavia è molto interessante indagare e scoprire il reale meccanismo dietro al semplice gesto di soffiare e mescolare in quanto può aiutarci a capire molti altri fenomeni similari che magari non sempre sono così funzionali allo scopo per quanto ci sembrino insostituibili.

Nel caso delle zuppe si potrebbe anche pensare che basti la semplice attesa, in fondo il liquido bollente tende da solo a rilasciare nell’aria l’acqua trasformata in vapore a una velocità che dipende da fattori quali la temperatura ambiente o il contenitore in cui è stata messa per il consumo.

C’è però un problema strettamente fisico dato dal fatto che molte molecole calde presenti nella zuppa non hanno abbastanza energia per superare lo strato d’aria sovrastante il piatto che magari nel frattempo ha raggiunto temperature simili a quelle della zuppa stessa.

In un certo senso potremmo dire che tornano indietro rimanendo nel loro ambiente di origine o semplicemente non riescono a superare questo strato e girovagano qua e la mantenendo il loro calore troppo a lungo per la nostra pazienza di golosi e affamati!
Come è intuibile una ventata d’aria “artificiale” può dare l’energia necessaria a queste molecole per abbandonare la zuppa, un aria che istintivamente arriva dalla nostra bocca attraverso il soffio più o meno intenso.

Ma se ci si limitasse solo al soffio gli strati più interni della zuppa non verrebbero minimamente intaccati anche perché più di tanto non possiamo esagerare con la potenza dell’aria che esce dalla bocca altrimenti schizzi di zuppa arriverebbero sul tavolo o peggio ancora addosso ai nostri compagni di desco!!

Ecco perché il contemporaneo gesto del mescolamento riportando in superficie gli strati più interni espone immediatamente anche loro all’azione dell’aria senza la necessità di sforzare troppo i nostri polmoni, diciamo con più eleganza e convivialità!!!

Queste che sembrano forse per alcuni banalità sono state oggetto di alcuni studi fisici concreti non affatto inutili, il loro principio porta e ha portato, infatti, a capire anche meccanismi ben più misteriosi e complicati.

Per concludere possiamo quindi dire che soffiare e mescolare sono una somma di gesti quasi istintivi che si accordano magnificamente con le buone maniere risolvendo un problema concreto e rendendo la degustazione della zuppa un momento di estremo godimento quando vogliamo piacevolmente scaldarci a tavola dal freddo stagionale.

Soffiare e mescolare, gesti innati davanti a una zuppa - Ultima modifica: 2022-02-19T16:40:04+01:00 da Giuseppe Capano

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