L’avocado è uno dei frutti non autoctoni che ha avuto un incremento esponenziale arrivando a essere diffuso in ogni luogo di vendita e collocazione geografica grazie anche al fatto che ha una lunga tolleranza di conservazione dopo la raccolta, forse la più lunga in assoluto.
Si stima che in Europa negli ultimi dieci anni il consumo di questo frutto sia passato dalle iniziali centocinquantamila tonnellate del 2006 alle quasi quattrocentomila del 2016 con un balzo percentuale del 146% ulteriormente aumentato in questi anni.
Oggi si contano discrete coltivazioni anche in Italia nell’assolata Sicilia il cui clima è favorevole ad alcune varietà, ma il grosso della produzione di avocado arriva dall’estero.
La sua diffusione è controversa perché in molti paesi la sua massiccia coltivazione sta stravolgendo equilibri ecologici di diverso tipo sottraendo ingenti risorse d’acqua.
Il tutto è dovuto alla ingente richiesta del mercato internazionale, l’avocado è diventato il fulcro di molte preparazioni fast alla moda soprattutto nei paesi del nord Europa e nord America.
Anche per questo motivo è bene sceglierlo da coltivazioni che rispettano il suolo e l’ambiente come quella biologica che non è strategica solo per evitare dosi di pesticidi nefaste, ma ha un impatto positivo proprio sull’ecosistema.
Un frutto prezioso quindi da trattare e usare con cura sapendo che ci porta tantissime sostanze preziose per la salute che magari approfondiremo in altre occasioni, basta sapere che una delle ultime scoperte ha riguardato il seme dai cui estratti si potrebbe ricavare un nuovo antinfiammatorio naturale.
Sicuramente in cucina la preparazione principale che si fa con l’avocado è la crema che a seconda delle caratteristiche intrinseche e provenienza può assumere diverse denominazioni, come il diffuso guacamole.
Le regole per una sua buona riuscita sono poche, ma esigono di essere rispettate con la massima attenzione se si vuole gustare pienamente la crema di avocado.
Per prima cosa i frutti devono essere completamente maturi e morbidi, di solito per una verifica diretta basta testare con le dita e se la polpa cede sotto la pressione, non eccessiva, delle dita il frutto è a buon punto, testate in ogni caso ogni parte e non limitatevi sola a una singola zona.
Se il frutto è ancora duro e acerbo meglio rinunciare a lavorarlo, si può però accelerare la sua maturazione mettendolo in un sacchetto di carta con delle mele o delle banane.
Occorre poi sbucciare l’avocado, tagliare la polpa e mescolarla subito con succo di limone per non ossidarla e farla diventare scura.
Il gusto del limone si sposa ottimamente con l’avocado e il mio consiglio è unirne in abbondanza, ma se si preferisce si può anche mescolare a succo di arancia, lime, pompelmo o mela.
Si frulla fino a farlo diventare una crema, per amplificare sofficità e morbidezza meglio unire un poco di olio extravergine d’oliva salando solo in ultimo dopo aver bene assaggiato.
L’aggiunta di erbe aromatiche fresche diminuisce l’esigenza di salare oltre misura e rende la crema ancora più piacevole, la migliore erba fresca in assoluto è l’erba cipollina seguita dal basilico, menta, maggiorana e timo.
Anche diverse spezie si abbinano bene alla crema di avocado di base, la migliore è senza dubbio lo zenzero fresco grattugiato.
Una volta pronta può conservarsi in frigorifero fino a tre giorni, ma perde progressivamente di bontà, visto che la sua preparazione è veloce il consiglio rimane quello di realizzarla di volta in volta e al limite giusto il giorno prima.
Gli abbinamenti sono infiniti, realizzata come descritto è consistente come una maionese soda (senza però tutto l’olio di questa), ma basta aumentare o diminuire la densità con un semplice liquido, in genere solo acqua, per avere salse più o meno fluide con cui condire antipasti, insalate, primi piatti, secondi e moltissimo altro.