Tempo fa Luigi Caricato in occasione dell’uscita del mio ultimo libro sulla pasta fresca mi ha chiesto un intervista per approfondire brevemente alcuni aspetti del libro.
In particolare quelli che interagivano con lo splendido olio da olive a cui siamo accomunati per una profonda passione e un profondo amore verso una materia prima straordinaria quanto spesso maltrattata, ingiuriata, per nulla capita nel suo eccezionale status alimentare, estremamente sottovalutata in cucina rispetto all’enorme potenziale di valorizzazione dei piatti cucinati e crudi.
Due belle domande secche che mi sono piaciute, tanto che anche se a distanza di tempo mi fa piacere riportare tutta la mini intervista per rimandare ai lettori del blog le mie riflessioni e magari ascoltare la loro opinione in merito o anche la semplice esperienza in fatto di pasta fresca.
Ecco le domande e le mie risposte.
La pasta fatta in casa prevede un ingrediente d'obbligo: l'olio da olive. Quale olio in particolare è più indicato, e in che proporzione va messo nell'impasto?
Diciamo che nella pasta fresca l’olio non è strettamente d’obbligo e i puristi in realtà non lo contemplano. Sbagliando a mio modo di vedere perché un buon olio contribuisce alla buona elasticità del prodotto finale e regala un profumo accattivante oltre ad aiutare l’amalgama complessivo. Per questo motivo suggerisco un olio da olive dal fruttato medio o leggero con una buona carica aromatica. Cosa che non deve spaventare perché parliamo di un contributo in percentuale basso intorno al 2-3 % degli ingredienti complessivi, una dose che distribuisce elegantemente l’aroma e il profumo dell’olio.
Questa tendenza della pasta fatta in casa regge ancora? E' ancora una pratica comune? La crisi economica forse porta in questa direzione, o è antieconomico prepararsi al pasta fatta in casa, rispetto alle paste disponibili in commercio?
La tendenza della pasta fatta in casa regge molto bene e non è solo una questione di economia, il controllo della materia prima, la diversificazione che solo il prodotto fatto da se consente, la facilità di conservazione, la soddisfazione personale nel realizzarla, l’estrema facilità di coinvolgimento dei bambini nella preparazione come supporto e avvicinamento al magico mondo della cucina e della sana alimentazione, il gusto e la qualità unica che si ottiene non sono paragonabili al prodotto comprato pronto.
È un vincita netta e senza repliche della pasta fatta in casa. Certo conta la propria sensibilità personale e l’amore che si ritiene di avere per il proprio benessere, se prevale la pigrizia tutto cade, ma è un po’ come l’amore che bisogna considerare verso se stessi quando si valuta quale qualità dell’olio portare in tavola con tutte le implicazioni del caso.