A chiederlo sono le associazioni del settore per il riconoscimento del biologico come elemento di punta del nuovo modello agricolo italiano, basato su sostenibilità, qualità e competitività
In occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione del 16 ottobre, che per la 34esima edizione è stata celebrata a EXPO Milano 2015 dove è stata presentata al Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon la Carta di Milano, le associazioni del biologico italiano, AIAB, Associazione per l'Agricoltura Biodinamica e FederBio – si legge in un articolo sul sito dell’Aiab - hanno evidenziato il loro impegno per il "cambio di passo netto" per la definizione concreta del percorso che affermi l'agricoltura biologica come in grado di meglio qualificare il modello agricolo italiano e migliorare le condizioni economiche, occupazionali, di competitività, e ambientali dell'agricoltura e dell'economia nazionale.
Le tre associazioni – continua l’articolo - si sono fatte firmatarie della lettera inviata al Ministro Maurizio Martina e al Vice Ministro Andrea Olivero per confermare la piena sintonia con l'orizzonte strategico che si è delineato in particolare nel percorso di lavoro svolto in EXPO e per sottolineare l'importanza dell'adozione del Piano strategico nazionale del settore come strumento concreto per supportare il mondo del biologico e farlo crescere anche attraverso azioni di rafforzamento e di sviluppo dell'organizzazione di livello nazionale. "Anche grazie al dibattito animato in EXPO dal Forum delle associazioni del biologico, che ha prodotto la Carta del Bio come contributo all'attuazione della Carta di Milano, il riconoscimento del biologico come elemento di punta del nuovo modello agricolo italiano, basato su sostenibilità, qualità e competitività è stato pubblicamente affermato sia dal Ministro Martina che dal Viceministro Olivero che ha la delega per il settore. – spiega Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio - E' tuttavia necessario accelerare i tempi per l'adozione del Piano strategico nazionale di settore presentato a SANA dal Viceministro Olivero e che questo Piano venga dotato di risorse economiche adeguate rispetto agli obiettivi di rafforzamento e crescita ulteriore del biologico italiano. Non è pensabile infatti affidarsi solo ai PSR regionali, oltretutto per nulla coordinati e ancora troppo disomogenei. Il biologico non è del resto solo un modello agricolo innovativo ma anche un modello di alimentazione e per questo chiediamo impegni concreti al Ministro Martina proprio in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione e delle consegna all'ONU della Carta di Milano."
"L'investimento per il biologico – dice Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB - è oggi un obbligo irrinunciabile nonché la logica conseguenza dei risultati che il settore sta ottenendo in termini di mercato e di contributo agli obbiettivi della PAC. Ancor più perché l'agricoltura biologica è il sistema produttivo capace di sfamare nel rispetto della sovranità alimentare, proteggendo la salute dei cittadini e l'ambiente. Insomma, nonostante nelle precedenti programmazioni e fino ad oggi, la RRN (Rete Rurale Nazionale) non ha mai ritenuto necessario puntare sul biologico, consultare il settore, investire le necessarie risorse per il suo sviluppo, l'agricoltura biologica oggi è a pieno titolo uno strumento riconosciuto dello sviluppo rurale. Per questo l'investimento sul bio è un obbligo ancor più pressante".
"Il biologico e il biodinamico stanno mostrando la loro capacità di diventare veri e propri assi dello sviluppo economico del paese: ricordiamo il raddoppio dei consumatori, come la crescita a due cifre percentuali della produzione", sottolinea Carlo Triarico, Presidente dell'Associazione per l'Agricoltura Biodinamica. "Per continuare a svilupparsi, l'agricoltura ecologica ha bisogno di investimenti importanti – oltre che nelle politiche di facilitazione e sviluppo - nel settore della formazione, della ricerca e dell'innovazione, quindi di impegni concreti del sistema paese nel suo complesso. Il Piano strategico nazionale è una vittoria del mondo biologico e biodinamico: ora esistono le condizioni perché diventi operativo e cambi il verso delle politiche agricole, di gestione del territorio e anche gli orientamenti economici più generali".