La Commissione Europea sembra intenzionata ad accelerare i tempi sulla decisione in merito all’autorizzazione alla produzione, commercializzazione ed uso di tutti i prodotti fitosanitari a base di glifosato nei paesi europei.
Tra il 19 ed il 20 luglio, la Commissione Europea – riferisce un comunicato della Coalizione #StopGlifosato - intende infatti presentare la sua proposta sull’autorizzazione del glifosato che prevede un rinnovo per altri 10 anni. La proposta della Commissione Europea sarà discussa nei prossimi giorni, ma non ancora votata, nell’ambito dello Standing Committee con i rappresentanti dei Governi nazionali.
La decisione finale in merito al glifosato dovrà essere assunta entro dicembre 2017 ma la Commissione Europea sembra voler dare una accelerazione all’iter previsto che sconcerta non poco le Associazioni che negli ultimi mesi hanno mobilitato i cittadini europei per chiedere un’agricoltura europea libera da pesticidi dannosi per la salute dell’uomo e dell’ambiente.
“Siamo a dir poco indignati, quanto sconcertati, per questa proposta della Commissione Europea che intende rinnovare l’autorizzazione all’uso del glifosato dopo la presentazione di oltre 1.300.000 firme da parte di cittadini europei, una decisione che rischia di screditare ulteriormente le Istituzioni europee” dichiara Mariagrazia Mammuccini, portavoce della Coalizione #StopGlifosato, che riunisce 45 Associazioni italiane non governative, ambientaliste, dell’agricoltura biologica e della società civile.
“Chiediamo ai Ministri Martina, Galletti e Lorenzin, a nome del Governo italiano, di esprimersi contro la proposta della Commissione Europea pro glifosato, non solo per salvaguardare la salute dei cittadini europei e dell’ambiente ma la stessa credibilità dell’Unione Europea”, continua la portavoce della Coalizione italiana, “per questo abbiamo inviato oggi una lettera ai tre Ministri italiani chiedendo un impegno del nostro Governo contro il rinnovo dell’autorizzazione all’uso di questo pericoloso diserbante”
La petizione ufficiale dei cittadini europei (ICE), per chiedere alla Commissione Europa di vietare l’uso del diserbante glifosato, ha superato 1 milione 300mila firme in tutti i 28 Stati membri, ed il quorum di firme necessario è stato raggiunto in meno di cinque mesi in più dei sette stati richiesti. Si tratta della raccolta di adesioni più veloce mai registrata da quando la Commissione Europea ha introdotto questa forma di partecipazione attiva dei cittadini europei.
La Commissione europea, in base alle sue stesse regole, sarebbe legalmente tenuta a rispondere alle richieste dei cittadini europei, se non vuole perdere ulteriormente la sua credibilità. L’annuncio della proposta per un rinnovo di 10 anni dell’autorizzazione all’uso del glifosato desta per questo non solo preoccupazione ma sconcerto tra le 45 Associazioni italiane che hanno partecipato attivamente alla raccolta delle firme per la petizione ICE.
Fino ad oggi il Governo italiano ha sempre assunto una posizione prudente, contribuendo con il suo voto contrario e l’astensione al mancato raggiungimento di una maggioranza qualificata favorevole al rinnovo dell’uso del glifosato. La Coalizione italiana #StopGlifosato auspica per questo coerenza e lungimiranza da parte dei tre Ministri competenti (Agricoltura, Ambiente e Salute), anche in considerazione dell’annunciata definizione di un Piano nazionale “glifosato zero” entro il 2020 in Italia.
“Chiediamo al Ministro Martina di rendere noti i contenuti, i tempi e le modalità di approvazione del Piano “glifosato zero”, che ha lui stesso pubblicamente annunciato, e di assumere in sede europea una posizione coerente contraria al rinnovo dell’autorizzazione all’uso del diserbante”, conclude Mariagrazia Mammuccini.
La Coalizione italiana #StopGlifosato si prepara a dare battaglia, in tutte le sedi, nel caso sia confermata la proposta annunciata dalla Commissione Europea per un rinnovo di altri 10 anni dell’autorizzazione all’uso del glifosato. I cittadini europei chiedono di essere ascoltati in nome della democrazia e della tutela dell’interesse pubblico. Salute e ambiente non possono essere subordinati all’interesse delle multinazionali della chimica in agricoltura”.