Secondo la Confederazione Italiana degli Agricoltori c'è il rischio concreto che i contadini, i veri protagonisti della sfida del millennio "Nutrire il pianeta, Energia per la vita", finiscano invece in secondo piano
Alla vigilia dell’apertura dell'Expo c'è il rischio concreto che gli agricoltori, i veri protagonisti della sfida del millennio "Nutrire il pianeta, Energia per la vita", finiscano in secondo piano. Per questo la Cia – si legge in un comunicato stampa della Confederazione italiana degli agricoltori - ha posto con forza la questione della centralità dei contadini.
Il presidente nazionale della Confederazione Dino Scanavino fa un appello che è anche una denuncia: "Non vorremmo che la portata dell'evento Expo e un eccesso di esposizione mediatica non già sui temi delle risorse alimentari, ma dell'enogastronomia, faccia dimenticare che senza il lavoro dei campi non si può nutrire il pianeta né generare energie per la vita". La Cia, ha sottolineato, "ha intenzione di utilizzare l'Expo per mettere al centro tutto ciò che costituisce agricoltura: dalle tradizioni alla tecnologia, dalla cooperazione internazionale -che in campo agricolo va letta oggi quasi come un'azione di ‘peacekeeping'- alla difesa e valorizzazione della biodiversità e di creare su questi temi veri e propri protocolli di azione comune con tutti gli agricoltori del mondo. Convinti come siamo che è la difesa e la promozione del lavoro agricolo che consentirà all'Expo di segnare una svolta epocale per il mondo. L'Italia, del resto, ha posto il proprio modello agricolo basato sulla biodiversità, sulla qualità, sul valore culturale e antropologico del produrre in agricoltura, sullo sviluppo sostenibile che nasce dalla pratica agricola come primo pilastro dell'Expo e questo dobbiamo riversare nella Carta di Milano. Questo è il nostro impegno".