L’accordo raggiunto dopo una nottata di negoziazione ininterrotta. Ma il Parlamento europeo non è d’accordo e con ogni probabilità non lo approverà. Il commento di Coldiretti e Aiab
Raggiunto l’accordo dai Capi di Stato e di Governo sul bilancio dell’Unione Europea per il periodo 2014 – 2020, che dovrà essere ora confermato dal Parlamento Europeo.
Per ciò che concerne la Politica Agricola Comunitaria, gli aiuti diretti alle aziende passano dai 28 miliardi del periodo 2007 – 2013 ai 27 miliardi. Per lo Sviluppo Rurale i fondi per l’Italia salgono, di poco, passando da 9,1 a 9,26 miliardi di euro. Nell’ambito dei fondi di coesione, comunque nel complesso ridimensionati, 500 milioni di euro sono stati destinati allo sviluppo rurale del Mezzogiorno, e nuovi stanziamenti sono previsti per combattere la disoccupazione giovanile, di cui beneficeranno le regioni con un tasso di disoccupazione superiore al 25%.
Per il presidente della Coldiretti di Basilicata, nonché componente della giunta nazionale dell’Organizzazione agricola Piergiorgio Quarto, l’accordo rimane pur sempre un bilancio di austerità. “La riduzione in termini reali per l’agricoltura è importante – continua Quarto – anche se ci aspettiamo che il Parlamento Europeo possa contribuire a migliorare la proposta finanziaria. A questo punto è fondamentale che le risorse cosi diminuite vengano riorientate premiando chi vive e lavora di agricoltura, ripensando lo sviluppo territoriale in termini di sostenibilità, etica del lavoro e coesione sociale”.
“Si perpetra in Europa il ricorso ai tagli di bilancio - dichiara invece Alessandro Triantafyllidis, presidente di AIAB (Associazione italiana agricoltura biologica) - come unica ricetta per uscire dalla crisi, così come hanno fatto finora, senza successo, gli Stati membri. Per la prima volta, in un'Europa in espansione, si riduce il bilancio e si destinano le risorse in maniera sciagurata. L’accordo del Consiglio Europeo per il bilancio della PAC indebolisce, infatti, la proposta di riforma che, a questo punto, risulta assolutamente delegittimata. Tra le questioni più preoccupanti i tagli allo sviluppo rurale che indeboliranno il futuro di un’agricoltura europea che produce cibo di qualità e beni pubblici, socialmente sostenibile, capace di creare nuovi posti di lavoro”.