Il 26 giugno, tredici giovani alberi di ulivo tagliati. Il 30 giugno un incendio doloso distrugge due ettari di terreno. Questi gli ultimi due episodi di una pratica intimidatoria di cui sono sempre più spesso vittime le aziende biologiche calabresi. "Un intervento forte non è più rimandabile", dichiara il presidente federale dell'Aiab, Vincenzo Vizioli
Lo scenario si ripete ancora: aziende biologiche calabresi vittime di atti intimidatori. Esordisce così un comunicato stampa dell'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica della Calabria:
Il 30 Giugno 2016 l'azienda agricola Staltari Anna Maria, nella piana di Gioia Tauro, socia di AIAB Calabria ha subito l'ennesimo vile attentato: un incendio di natura dolosa ha distrutto 2 ettari di terreno.
L'incendio è l'ultimo di una lunga serie di attentati e atti intimidatori che, purtroppo, hanno vessato l'azienda causando ingenti danni al patrimonio di biodiversità recuperato e custodito con impegno e fatica. Purtroppo l'incendio nell'azienda Staltari Anna Maria non è un caso isolato, sono sempre più frequenti gli attentati alle aziende agricole biologiche in Calabria, nella notte tra il 25 e il 26 giugno ignoti malviventi hanno reciso tredici giovani alberi di ulivo appena ventenni, in contrada Tavoleria a Stilo, nell'uliveto di proprietà di Daniele Pacicca, socio di AIAB Calabria.
"Le aziende biologiche socie AIAB - dice Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB - propongono sul territorio un modello di sviluppo che la mafia contrasta perché si libera dai vincoli mafiosi e, riferendosi direttamente ai consumatori, propone un modello di legalità sconosciuto e scomodo per le organizzazioni criminali. Non è il primo attentato che le nostre aziende subiscono, periodicamente ci troviamo a raccontare soprusi e angherie della malavita organizzata. Non è più sufficiente la ferma condanna e la dimostrazione di solidarietà che comunque esprimiamo ai nostri soci, oggi serve un'azione di contrasto fortissima del governo locale e di quello centrale, che dia un segnale di speranza a chi presidia il territorio realizzando prodotti sani e buoni per il bene della collettività e un segno molto chiaro ai vigliacchi malfattori. Non deve esserci impunità per atti del genere. Avevamo segnalato più volte e in diversi ambiti che la crescita esponenziale del biologico calabrese necessitava di governo, programmazione e controlli. Dopo quanto accaduto un intervento forte non è più rimandabile".