I sequestri includono anche prodotti biologici. Si tratta degli sviluppi dell’operazione avviata la scorsa estate dalla Procura di Cagliari e denominata “Mela stregata”. La soddisfazione di Federbio
Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha comunicato che l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf), in collaborazione con il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Cagliari, ha condotto un’operazione che ha portato al sequestro di 16,5 tonnellate di prodotti illeciti usati in agricoltura convenzionale e biologica/biodinamica. Ne riferisce ilVelino. I prodotti sequestrati nell’ambito dell’operazione denominata “Mela stregata” e destinati all’agricoltura convenzionale, biologica e biodinamica – la maggiore parte dei quali provenienti dalla Cina – non sono commerciabili sul territorio europeo e nazionale e sono considerati altamente pericolosi per la salute pubblica poiché classificati come pesticidi organici ad azione neurotossica. L’intervento ha interessato 133 esercizi commerciali tra le province di Alessandria, Cuneo, Bergamo, Varese, Trento, Venezia, Rovigo, Treviso, Verona, Vicenza, Bologna, Ferrara, Forlì, Arezzo, Livorno, Massa Carrara, Pisa, Pistoia, Cagliari, Roma, Latina, Viterbo, Chieti, Napoli, Salerno, Bari, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto, Matera, Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Agrigento, Caltanissetta, Ragusa e Siracusa, coinvolgendo 73 reparti territoriali del corpo e funzionari di tutti gli uffici territoriali del’Icqrf.
FederBio – si legge in un comunicato stampa della Federazione - ha espresso piena soddisfazione per l’iniziativa assunta dalla Procura di Cagliari che, dopo l’avvio dell’operazione Mela Stregata la scorsa estate, ha esteso all’intero territorio nazionale il sequestro di prodotti spacciati per fertilizzanti ammessi in agricoltura biologica contenenti l’alcaloide matrina, grazie anche al supporto fattivo della federazione e delle imprese del comparto ortofrutticolo biologico già danneggiate da comportamenti commerciali scorretti e dalla mancanza di controlli efficaci sulle etichette dei fertilizzanti.
“Anche nei mesi scorsi abbiamo continuato a fornire collaborazione e documentazione tecnica agli inquirenti e devo dare atto in particolare all’ufficio della repressione frodi del ministero Politiche agricole di Cagliari e alla Guardia di Finanza di aver svolto un lavoro puntuale nonostante la particolare pervicacia e aggressività della ditta ICAS, che ha continuato senza alcun ritegno la sua attività commerciale nonostante la palese inammissibilità del prodotto in agricoltura biologica. - commenta Paolo Carnemolla, Presidente di FederBio. - Aldilà del problema derivante dalla presenza di sostanze attive non dichiarate e potenzialmente dannose, che si sono rivelate particolarmente persistenti, va ricordato che l’utilizzo di prodotti fertilizzanti in agricoltura biologica deve essere motivato da specifiche necessità e condizioni delle coltura e del terreno. La collaborazione avviata con gli inquirenti dimostra come il settore biologico è composto per la stragrande maggioranza di imprese sane e che FederBio non cesserà la sua azione di tutela affinchè speculatori e delinquenti siano tenuti alla larga.”