Nell'estremo Oriente, dov'è nato, si usa soprattutto in cucina. Qui in Europa, invece, sta diventando famoso in particolare per l'estetica. È lo Shiso, chiamato basilico giapponese. Le sue varietà, orientale ed europea, sono molto diverse ma sono entrambe piante alimentari. Lo Shiso è una pianta erbacea vigorosa e facile da coltivare, disponibile in diverse varietà. Le più belle hanno le foglie verdi e rosse oppure tutte rosse. Quest'ultima varietà è anche la più conosciuta dai giapponesi che la usano per colorare naturalmente le prugne umeboshi.
Coltivatelo così
Se lo comprate adesso rinvasatelo in un contenitore da 20-25 centimetri con del terriccio universale che contenga anche pomice o argilla espansa. Così può crescere fino a un metro. Tenetelo all’ombra e mantenete il terreno leggermente umido. Da settembre a metà ottobre godetevi la lunga fioritura. I fiori sono delle spighe bianche, rosate o violette, a seconda della varietà. Quando vedrete che dai capolini cominciano a cadere i semini, raccoglieteli e conservali in una bustina di carta. La pianta è un’annuale che all’arrivo dell’inverno muore, ma i semi sono molto fertili, tanto che piantata nel terreno in genere si risemina da sola. A marzo riprendete il vaso, aggiungete del concime organico al terreno (letame in pellet, ma anche derivati delle vinacce) e spargete i semi sulla superficie. Mantenete umido il terreno con uno spruzzino finché non vedrete i germogli spuntare.
Il tipo classico
In settembre, se è sopravvissuto, sarà sicuramente sciupato e legnoso. È il momento di comprare un’altra piantina per l’autunno. La potete tenere all’esterno fino ai primi freddi, poi portatela in casa e mettetela in un luogo luminoso. La varietà migliore è il basilico di montagna, che resiste all’esterno fino a quando le temperature scendono sotto i 5 °C. Le sue foglie sono più piccole e piatte del normale, l’aroma è fresco e leggermente agrumato. E come per gli altri della famiglia bastano poche accortezze: vuole una zona luminosa ma non al sole diretto, anche se in autunno qualche ora di sole male non fa; fate in modo che il terreno non asciughi mai completamente all’interno, innaffiate generosamente quando la superficie è asciutta; non lasciate che fiorisca, poi diventa legnoso, per questo cogliete sempre le foglie a partire dall’apice.
In cucina
Della Perilla frutescens, è questo il suo nome botanico, si mangiano le foglie e i fiori. Il sapore è meno intenso del basilico e più dolce. Assomiglia piuttosto all’anice. L’ideale è usarlo nelle insalate a cui conferisce un’allure aromatica, o nelle macedonie a cui aggiunge freschezza. I fiori si possono sfruttare anche per guarnire torte e dolci.
Simile all'anice
Le foglie del basilico giapponese sono ottime anche sulle verdure cotte nel wok. I semi possono essere usati per decorare il pane e, dallo loro spremitura, si ricava un olio ricco di grassi omega 3.
Sarà anche che il basilico giapponese é bello, profumato saporito, ma – scusami se mi permetto di scriverlo – io preferisco quello italico anzi di Prà (GE)
Grazie infinite per tutte le mails che mi spedisci le sto conservanbdo tutte (o quaasi)