In primavera-estate e inizio autunno anche i nostri animali domestici, soprattutto fuori casa, possono essere punti dalle zanzare nelle zone del corpo con poco o senza pelo: orecchie, tartufo (attorno alle narici), polpastrelli, regione dell’addome.
In alcuni soggetti la puntura può provocare una reazione di tipo allergico, dovuta a una condizione di ipersensibilità alla saliva delle zanzare. Questo attiva nell’animale un forte prurito che tenterà di alleviare grattando e mordicchiando la parte in causa, causandosi spesso ulteriori lesioni.
Filariosi in agguato
Il prurito dopo un po’ in genere passa, esiste però la possibilità che la puntura di zanzara in cane, gatto e furetto possa provocare un danno alla salute, non subito evidente, ma decisamente grave e che va quindi valutato. Le zanzare possono, infatti, trasmettere con la loro puntura le larve microscopiche di un verme, la filaria (Dirofilaria immitis). Dopo circa sei mesi le larve di filaria raggiungono il cuore e i vasi polmonari; qui crescono fino a diventare adulte, raggiungendo anche i 30 cm di lunghezza, e immettono nel circolo sanguigno nuove microfilarie che possono essere assunte da una zanzara attraverso la puntura, ricominciando così il ciclo. Questo parassita provoca negli animali domestici la filariosi cardiopolmonare, con gravi danni a carico di cuore e polmoni che possono portare a esiti anche fatali, se non curati in tempo.
Attenti al gatto
Per evitare problemi di filariosi cardiopolmonare ai nostri animali domestici, oltre ai periodici controlli medici, è fondamentale la prevenzione durante la stagione “a rischio”. La profilassi si basa su farmaci prescritti o somministrati dal veterinario e su sostanze repellenti contro le zanzare. Bisogna fare attenzione a quelle a base di piretroidi (ad esempio permetrina, deltametrina), che risultano tossiche per i cuccioli al di sotto delle otto settimane d’età e per i gatti. In caso di dubbio, rivolgetevi sempre al vostro veterinario di fiducia.