Il consumo di bevande vegetali è in costante crescita tra la popolazione e le cause sono diverse. Spesso, infatti, queste bevande vengono assunte in sostituzione al latte vaccino, eliminato per intolleranza al lattosio o perché ritenuto un ingrediente infiammatorio per l’intestino, e con tanti grassi saturi. I trattamenti termici a cui viene sottoposto per la lunga conservazione lo impoveriscono di enzimi e vitamine vitali. Inoltre, è stata posta una correlazione tra il suo consumo e lo sviluppo di diabete di tipo I. Le bevande vegetali, d’altro canto, soprattutto se fatte in casa, con l’aiuto di un mixer o di un estrattore, sono ricche di aminoacidi, vitamine ed enzimi e sono molto digeribili. Vediamo insieme le più diffuse tipologie, impropriamente chiamate “latti”:
Latte di cereali (es. farro, riso, avena). Molto zuccherini, utili per fare scorta di energia al mattino a colazione e prima dello sport; poco indicati in caso di diabete.
Latte di soia, canapa, quinoa. Ricchi di aminoacidi essenziali, indicati dopo sport intensi.
Latte di frutta in guscio. Sono ricchi di acidi grassi omega 3, hanno effetto antinfiammatorio, proteggono il cuore e i vasi arteriosi e sostengono il tono dell’umore.
Latte di semi di zucca. Favorisce il sonno e il buonumore grazie alla ricchezza in triptofano, aminoacido precursore della serotonina; molto indicato, inoltre, negli uomini in caso di ipertrofia della prostata grazie alla ricchezza in betasteroli.
[…] presenti nella cucina naturale, quelli che chiamiamo latti vegetali (sebbene la dicitura più corretta secondo il legislatore sia “bevande”) sono entrati […]