Al Bano Carrisi, raggiunti i più grandi successi internazionali come cantautore, ha deciso di dedicarsi alla sua seconda passione: il vino e la terra, nella sua grande azienda vinicola.
Di cose ne sono cambiate, tra amori, successi e dispiaceri, da quando Al Bano Carrisi cantava in coppia con Romina Power: “Felicità è un bicchiere di vino con un panino…”. Ma non è cambiata la sua filosofia di vita, l’amore appunto per il buon vino e le piccole cose, tanto che il cantante pugliese ha deciso di produrre direttamente i vini della sua terra.
A Cellino San Marco, sua città d’origine (un piccolo centro rurale in provincia di Brindisi, nel cuore della Penisola Salentina, in Puglia) ha costruito un regno vinicolo dove si producono vini di qualità, distribuiti in ogni angolo del mondo, e spesso accompagnati da etichette evocative dei suoi più grandi successi canori.
Le sue proprietà rappresentano una solida realtà imprenditoriale: le Tenute Al Bano Carrisi, all’interno delle quali troviamo l’azienda agricola, quella vinicola, un villaggio turistico (con camere, appartamenti e ristorante) e la casa discografica.
Un territorio di oltre 130 ettari, di cui 70 di terra coltivata prevalentemente a vigneti e uliveti e i rimanenti 60 sono una ricca area boschiva.
Come è passato dal “calore” del pubblico a quello emanato da un vino rosso?
Il passaggio è stato naturale, spontaneo. È la storia di una passione sbocciata grazie al fervore di mio fratello Franco, innamorato a tal punto dei vini di prestigio e del suo Sud da coinvolgermi in questo progetto di rilancio dell’economia del Salento.
Oggi il nostro territorio è una meta molto frequentata, in molti si spingono qui, ma quando ho iniziato non era così. Appena posso, lontano dai miei impegni professionali, mi rifugio a Cellino. Mi basta ammirare gli olivi, fare una passeggiata nel bosco o tra i vigneti per ritrovare la pace e la serenità. Qui ho voluto costruire il mio universo. Quando avevo 16 anni me ne andai di casa, abbandonai la vita dura del contadino, ma promisi a mio padre che sarei tornato e gli avrei regalato una bella cantina. Così ho fatto e il primo vino, del 1973, non poteva che chiamarsi come lui, ovvero “Don Carmelo”. È un vino a cui sono molto affezionato, proprio perché mi ricorda i sacrifici che ho dovuto affrontare prima di riuscire a “strappare” un contratto a una casa discografica e guadagnare i primi soldi, che ho inviato a mio padre perché potesse comprare un trattore.
Ci sveli i segreti per ottenere un vino di qualità...
Un vino deve essere curato con amore e passione nel pieno rispetto delle leggi della natura. Quindi, prima di tutto, ci vuole attenzione nella produzione dell’uva. Le nostre uve sono raccolte nel pieno della loro maturazione e poi sono le stesse mani sapienti ed esperte che si occupano di seguire le varie fasi della lavorazione, fino all’invecchiamento nelle botti di rovere. E siccome la prima cavia dei miei prodotti sono io stesso, non posso che fare vino, e anche olio, sani!
Esistono analogie tra le canzoni e il nettare di Bacco?
Il vino ha molte affinità con la musica: è un segno d’artista, racconta storie, è capace di consolare, unire, rallegrare. Migliora gli umori e accende la fantasia, portando in superficie un mondo segreto, spesso intimo. Vino e musica celebrano un matrimonio perfetto, un efficace legame alimentato dalla passione, che sarebbe riduttivo ricondurre al semplice business. Inoltre, la Tenuta non basta a se stessa, tutto, per il momento, è finanziato dalla mia attività di cantante e i vini portano spesso le etichette dei miei brani più popolari, da “Felicità” a “Nostalgia”.
Che cosa rappresenta per lei la buona tavola?
Mangiare insieme è un momento di socializzazione e così finisce che ci si siede a tavola anche quando non si ha davvero fame. Facciamo a tavola gli incontri di lavoro. E non meno importante è il piacere di stare insieme: la tavola è un mezzo per conoscersi, un modo per trovare amici, un collegamento tra genti diverse.
A cosa non sa proprio rinunciare, tra i piaceri della tavola?
Di sicuro ai vini, soprattutto a quello rosso. Poi, prima di cantare, mi “pulisco” la gola con un po’ di whisky. E non so dire di no anche ai dolci eccezionali che prepara mia figlia Cristel che ha seguito un corso di cucina a New York e si diletta a sfornare vere golosità.
Oggi, che cos’è per lei la felicità?
Continua ad essere quella delle emozioni, delle piccole cose. Appunto… un bicchiere di vino con un panino!